, ,

Crisi in Medio Oriente: Witkoff visita l’ex ostaggio Alexander, mentre Trump atterra in Arabia Saudita. Cresce la tensione tra Iran e Israele

Gdp Avatar

(Anas-Mohammed/Shutterstock) Tel Aviv/Riad, 13 maggio 2025 – Giornata densa di sviluppi nel quadro mediorientale. A Tel Aviv, Steve Witkoff, inviato speciale del presidente americano Donald Trump per il Medio Oriente, ha fatto visita all’ospedale Ichilov a Idan Alexander, il soldato israeliano liberato ieri dopo 584 giorni di prigionia a Gaza. L’ex ostaggio è stato accolto con grande emozione dallo staff medico e dalle autorità israeliane.

Trump in missione nella regione

Nel frattempo, Donald Trump è giunto questa mattina a Riad, capitale dell’Arabia Saudita, per una missione diplomatica ad alta tensione. Il viaggio arriva in un momento delicatissimo per la regione, segnato da escalation militari, tensioni geopolitiche e un crescente scontro diplomatico tra Teheran e Tel Aviv.

Iran agli Stati islamici: “Contrastare Israele”

A poche ore dall’arrivo di Trump, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, in visita ufficiale negli Emirati Arabi Uniti, ha lanciato un duro appello ai Paesi della regione: “Contrastare l’espansionismo e l’illegalità del regime occupante israeliano richiede sforzi concreti da parte del mondo islamico”. Araghchi ha anche aggiornato il suo omologo emiratino, Abdullah bin Zayed Al Nahyan, sugli sviluppi nei negoziati tra Iran e Stati Uniti, sottolineando la necessità di una maggiore cooperazione regionale per la stabilità.

Raid su Gaza: ucciso giornalista palestinese

Nella notte, l’esercito israeliano (IDF) ha colpito l’ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, affermando di aver centrato un centro di comando di Hamas. Secondo l’IDF, il luogo veniva utilizzato da “terroristi” per pianificare attacchi contro civili e militari israeliani. In seguito al raid, l’emittente Al Jazeera ha riferito la morte del giornalista Hassan Eslaih, ricoverato nel reparto ustionati dello stesso ospedale.

Guerra con gli Houthi: Trump ordina lo stop

Sempre secondo fonti americane citate dal New York Times, il presidente Trump avrebbe ordinato la fine della campagna militare contro gli Houthi in Yemen, a causa dei costi elevati dell’operazione. Nonostante l’assenza di garanzie sui futuri attacchi verso Israele o altri obiettivi, l’amministrazione statunitense ha presentato il cessate il fuoco come una vittoria diplomatica, anche se secondo indiscrezioni il ritiro è stato accelerato dalle perdite subite sul campo, inclusi droni Reaper e caccia F/A-18 Super Hornet.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *