DOHA – Il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani, ha duramente criticato l’ultima offensiva militare israeliana su Gaza, definendola “un cattivo segnale” e la prova che Israele non è interessato a un processo di pace. In un’intervista concessa alla CNN a Doha, durante la visita del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, lo sceicco ha espresso pessimismo sulla possibilità di progressi diplomatici verso un cessate il fuoco.
“Israele ha bombardato Gaza il giorno dopo aver rilasciato un ostaggio e mentre inviava la sua delegazione. Questo è un segnale chiaro di disinteresse verso i negoziati”, ha affermato Al-Thani.
Il premier qatariota ha però definito il rilascio dell’ostaggio israelo-americano Edan Alexander una “svolta” che avrebbe potuto riaccendere le speranze nei colloqui. Ma la risposta militare israeliana, ha spiegato, rischia di compromettere tutto.
Gaza sotto attacco: almeno 82 morti in un giorno
La Protezione civile palestinese ha aggiornato il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza: 82 morti dall’inizio della giornata a causa dei bombardamenti israeliani. Secondo Mohammed al-Moughayir, portavoce della difesa civile, “Israele ha colpito diverse abitazioni nel nord della Striscia”, aggravando ulteriormente la già drammatica situazione umanitaria nell’area.
Trump: “Gaza sarà una zona di libertà. Ma Hamas va fermato”
Durante la sua visita in Qatar, Donald Trump ha commentato la situazione a Gaza dicendo che “Gaza è stata un territorio di morte e distruzione”, ma gli Stati Uniti sono pronti a trasformarla in una “zona di libertà”. L’ex presidente ha però aggiunto che sarà necessario “occuparsi di Hamas”, indicando un possibile inasprimento delle misure contro il movimento islamista che governa la Striscia.
Iran e Yemen: Washington valuta nuove mosse
Trump ha inoltre rivelato che gli Stati Uniti e l’Iran si stanno avvicinando a un nuovo accordo sul nucleare, pur senza fornire dettagli concreti. Ha anche lanciato un monito agli Houthi dello Yemen, minacciando una ripresa dell’offensiva americana in caso di nuovi attacchi da parte delle milizie sciite filo-iraniane.
L’insieme delle dichiarazioni a Doha delinea un contesto internazionale altamente instabile, in cui le prospettive di pace in Medio Oriente sembrano sempre più incerte.
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