Colpito un mezzo civile nella regione di Sumy. Negoziati diretti dopo tre anni: Mosca e Kiev siglano intesa sullo scambio di 1.000 prigionieri, ma restano distanti su cessate il fuoco e confini.
(Shiutterstock) Kiev, 18 maggio 2025 – Un altro tragico episodio di violenza ha colpito il nord dell’Ucraina. Un drone russo ha centrato un minibus civile nei pressi di Bilopillia, nella regione di Sumy, al confine con la Russia, causando la morte di nove persone e il ferimento di altre quattro. Lo ha comunicato l’amministrazione militare regionale su Telegram, diffondendo immagini del veicolo distrutto. Le vittime erano tutte civili, in viaggio su una strada che, fino a pochi mesi fa, era ritenuta relativamente sicura.
L’attacco si inserisce in un contesto sempre più complesso e violento, anche mentre – per la prima volta in tre anni – Russia e Ucraina sono tornate a sedersi a un tavolo negoziale diretto, ospitato a Istanbul.
Durante l’incontro, le delegazioni guidate dal ministro ucraino della Difesa Rustem Umerov e dal consigliere del Cremlino Vladimir Medinsky hanno raggiunto un accordo per uno scambio simultaneo di 1.000 prigionieri per parte, un segnale di apertura che tuttavia non ha prodotto progressi verso una tregua.
Resta infatti profonda la distanza tra le due parti. Mosca ha ribadito che qualsiasi cessate il fuoco sarà possibile solo a fronte della cessione di territori oggi contesi, una richiesta definita “irricevibile” da Kiev. Il governo ucraino ha inoltre sollecitato un incontro diretto tra il presidente Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, considerato il solo possibile passo per sbloccare la fase negoziale.
Mosca si è detta soddisfatta dell’esito del dialogo, dichiarandosi “pronta a continuare i contatti”, ma la posizione russa ha sollevato reazioni critiche tra i leader dei Paesi Volenterosi, il gruppo di stati europei e occidentali che sostiene l’Ucraina. Le condizioni avanzate da Putin sono state giudicate “inaccettabili“, e il Cremlino è stato accusato di non dimostrare “alcuna reale volontà di pace“.
Nel frattempo, la popolazione civile ucraina continua a pagare il prezzo più alto del conflitto. L’attacco a Bilopillia è solo l’ultimo in ordine di tempo in una lunga scia di violenze che, nonostante le aperture diplomatiche, non accenna a fermarsi.
Leave a Reply