TEHERAN – TEL AVIV – Una nuova, drammatica notte di missili ha infiammato il conflitto tra Iran e Israele, segnando una pericolosa escalation con implicazioni regionali e internazionali. Teheran ha dichiarato di aver utilizzato missili ipersonici, mentre le Forze di Difesa Israeliane (IDF) sostengono di aver colpito siti legati al programma nucleare iraniano. Nel cuore della capitale iraniana, l’esercito israeliano ha persino lanciato un avviso di evacuazione immediata per i residenti di un distretto sensibile.
«La battaglia ha inizio», ha scritto l’ayatollah Ali Khamenei su X (ex Twitter), replicando alle parole del presidente americano, secondo cui «per ora» non ci sarebbero intenzioni di colpire direttamente la guida suprema iraniana. Ma il messaggio del leader religioso è stato inequivocabile: «La Repubblica islamica trionferà sul regime sionista. Nessuna pietà per i leader israeliani».
Droni, raid e allarmi: Israele sotto attacco
L’Iran ha risposto agli attacchi con una strategia definita “graduale”, secondo il parlamentare iraniano Abbas Moghtadaei, che ha avvertito: «Teheran non ha ancora mostrato tutto il suo potenziale». La mattinata si è aperta con sirene d’allarme nel nord di Israele per l’arrivo di droni iraniani: sette sono stati abbattuti, ma per tre volte nel giro di un’ora è scattato l’allarme nel Golan, segno di una crescente pressione militare.
Netanyahu e Biden: contatti diretti, ma Trump valuta l’attacco
Nel frattempo, le diplomazie si muovono con cautela ma con tono sempre più duro. Nella serata di ieri, si è tenuta una telefonata tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente americano Joe Biden. Tuttavia, a suscitare forte preoccupazione è Donald Trump, che secondo alcuni media statunitensi avrebbe ordinato il dispiegamento di nuovi caccia nel Medio Oriente e starebbe valutando un attacco preventivo contro l’Iran.
Le IDF hanno intanto annunciato di aver eliminato il nuovo capo di Stato Maggiore dell’esercito iraniano, Shadmani, in un’operazione mirata.
Gli USA nel mirino iraniano: il timore di una guerra su più fronti
Un approfondimento del New York Times cita fonti dell’intelligence americana secondo cui l’Iran starebbe preparando missili e attrezzature militari per attaccare basi americane nel Medio Oriente in caso di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto. Uno scenario ancora più pericoloso prevede la possibilità che Teheran mini lo Stretto di Hormuz, punto strategico per il traffico energetico globale, con l’obiettivo di bloccare il passaggio delle navi da guerra americane nel Golfo Persico.
Gaza, la guerra non si ferma: almeno 34 vittime in un giorno
Intanto, continua l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riferito dall’agenzia palestinese Wafa, almeno 34 persone sono state uccise e decine ferite nella sola mattinata di oggi durante una serie di bombardamenti dell’IDF su diversi quartieri della Striscia.
Uno scenario sempre più instabile
Il conflitto rischia di trasformarsi in una guerra su più fronti, con il coinvolgimento di attori regionali e globali. Mentre la diplomazia internazionale tenta di mantenere aperti canali di dialogo, il terreno militare si sta saturando di segnali di escalation: missili ipersonici, droni, raid mirati e forze navali in allerta. Il mondo osserva con crescente preoccupazione.
Leave a Reply