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di ANTONIO GAZZILLO – Dopo aver appreso i risultati delle elezioni in Germania, è stato analizzato l’identikit dell’elettore che ha sovvertito le gerarchie dei partiti in Parlamento: maschio tra i 30 e i 40 anni, che viene dall’ex Ddr ed è probabile che non abbia votato alle precedenti elezioni.
Si è formato quindi un muro che divide l’Est ex comunista dall’Ovest capitalista: da una parte c’è l’Afd, diventata terza forza politica a livello nazionale, e anche in Sassonia è primo il partito di Alice Weidel e Alexander Gauland davanti a Cdu e Spd; dall’altra parte del muro c’è invece l’alleanza che ha le maggiori probabilità di governare, quella tra Cdu, liberali dell’Fdp e Verdi, che insieme arrivano al 52,2% dei voti a livello federale.
I voti per la colazione nazional – populista, che ha raggiunto il 20% a livello nazionale, arrivano dai lavoratori, dai ceti meno abbienti e dai disoccupati mentre per quanto riguarda l’Afd i voti sono arrivati da impiegati, lavoratori autonomi, pensionati ma soprattutto da coloro che alle elezioni precedenti non avevano espresso il loro voto sottraendo così circa un milione di voti alla Cdu/Csu.
In percentuali quindi il 17% degli elettori dell’Afd ha il diploma di scuola media, il 14% la maturità e solo il 7% una laurea; il 26% dei voti proviene dagli uomini e il 17% dalle donne mentre è fondamentale sapere che il 61% dei votanti ha scelto l’Afd come protesta contro Angela Merkel e gli altri partiti.
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