Senato unanime nell’approvazione del ddl sui Piccoli Comuni

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di BEATRICE GALLUZZO – Il ddl sui Piccoli Comuni è ora legge dello Stato, dopo un percorso travagliato passato attraverso tre legislature e che si conclude, finalmente, con un “si” praticamente unanime a Palazzo Madama: 205 favorevoli e 2 astenuti. La legge Raelacci, dal nome del primo firmatario, il presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Raelacci, punta alla valorizzazione di quei 5.567 piccoli comuni con meno di 5000 abitanti che punteggiano il nostro stivale, e che versano al momento in delle situazioni di criticità sociale ed economica che impongono delle soluzioni ad hoc, pensate ovvero per sostenere la specificità peculiare di questi Enti locali.

Lo spiega con soddisfazione lo stesso Ermete Raelacci:- “E’ un’opportunità per tutto il Paese per un’idea di sviluppo che punta sui territori e sulle comunità, che coniuga storia, cultura e saperi tradizionali con l’innovazione, le nuove tecnologie e la green economy”. La legge “propone misure per favorire la diffusione della banda larga, una dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, itinerari di mobilità e turismo dolce, la promozione delle produzioni agroalimentari a filiera corta. Previsti anche semplificazioni per il recupero dei centri storici in abbandono o a rischio spopolamento da riconvertire in alberghi diffusi, opere di manutenzione del territorio con priorità alla tutela dell’ambiente, la messa in sicurezza di strade e scuole, l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e interventi in favore dei cittadini residenti e delle attività produttive insediate nei centri minori”.

Per i comuni che versano al momento nello stato di maggior disagio, è previsto uno stanziamento di 100 milioni che vanno a coprire il periodo compreso tra quest’anno e il 2023. Ma, come sottolinea Massimo Caleo, vicepresidente della Commissione Ambiente,“devono essere considerati l’inizio di un percorso, l’inserimento nel bilancio dello Stato di un capitolo di spesa che dovrà essere rifinanziato”. Attraverso il sostegno ai comuni si punta alla valorizzazione delle eccellenze locali, alla riqualificazione dei borghi, a rendere competitive le piccole realtà locali. “Come?”- spiega Caleo-“Favorendo il ripopolamento grazie ai servizi, puntando sull’unione dei comuni, sui centri multiservizi, sul miglioramento dei trasporti, sulla riqualificazione dei centri storici, sulla banda ultra-larga, grazie ai 2,2 miliardi di euro del fondo CIPE per le aree a fallimento di mercato”.

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