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(ANSA) |
BARCELLONA – Il giorno dopo il referendum della Catalogna, dichiarato illegale da Madrid, l’intera Spagna si sveglia nell’interrogativo di cosa accadrà a quello che era impensabile solo sino a qualche mese fa.
Il presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, ha dichiarato che i catalani si sono guadagnati il diritto a essere riconosciuto e ha annunciato una dichiarazione universale di indipendenza “a giorni”. Il ‘president’ ha anche convocato una riunione straordinaria del suo governo per stamane.
Da Madrid, il premier Mariano Rajoy, che è comparso nella notte al palazzo della Moncloa, ha detto che “il referendum per l’autodeterminazione non e’ mai esistito” e ha difeso il comportamento del governo in Catalogna che è stato – ha detto – “con la legge e solo con la legge”.
Rajoy ha deciso però di aprire la porta oggi a una nuova tappa, una nuova fase politica per cercare soluzioni e “riflettere sul futuro” e ha convocato i rappresentanti di tutte le forze parlamentari per una riflessione che permetta “di ristabilire la normalita’ istituzionale in Catalogna”. Secondo il governo catalano sono state votare 2.262.424 schede con il 90% a favore dei sì.
Il momento dello spoglio. ANSA |
SI AL 90% – Il ‘si’, secondo le ultime rilevazioni, ha ottenuto il 90% dei voti. Al voto hanno partecipato 2,2 milioni di elettori, sui 5,3 chiamati alle urne. Il ‘no’ ha ottenuto il 7,8%. Migliaia di sostenitori dell’indipendenza, radunati in Plaza Catalunya, hanno esultato all’annuncio dei risultati mentre sulla centralissima pizza di Barcellona sventolavano un mare di bandiere ‘stellate’ dell’indipendenza catalana.
La partecipazione dei chiamati al voto catalani – ha spiegato il portavoce – avrebbe potuto raggiungere “almeno il 55%” in “condizioni diverse”, cioè senza l’intervento nei seggi della polizia spagnola. Le schede conteggiate, 2,262 milioni, rappresentano circa il 42,2% dei 5,3 milioni di aventi diritto. Ma secondo Turull altri 770mila elettori erano iscritti nei 400 seggi chiusi dalla polizia. La maggior parte delle persone contrarie all’indipendenza si ritiene non abbiano votato.
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