Visco: "Mai sottovalutata la situazione delle banche"

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ROMA – “Nell’opinione di alcuni la Banca d’Italia avrebbe sempre detto che ‘andava tutto  bene’ e avrebbe sottovalutato la situazione quando con la seconda recessione, innescata nel 2011 dalla crisi dei debiti sovrani, una nuova ondata di deterioramento della qualità dei crediti si è aggiunta a quella sopportata dalle banche nel triennio precedente. Non è vero” ha dichiarato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, durante l’audizione in Commissione d’inchiesta sul sistema bancario.

“A determinare l’evoluzione del sistema finanziario italiano non è stata una vigilanza disattenta, ma la peggiore crisi economica nella storia del nostro Paese. La mala gestio di alcune banche, comunque, c’è stata e l’abbiamo più volte sottolineato. Le gravissime condizioni dell’economia hanno fatto esplodere le situazioni patologiche. Il forte deterioramento degli attivi delle banche e la crisi degli ultimi anni, sono principalmente un’inevitabile conseguenza della duplice recessione che ha colpito l’economia italiana. Tra il 2007 e il 2015 l’incidenza delle sofferenze è più che triplicata, il 90% flusso credito deteriorato in questo periodo è stato dovuto alla crisi economica. Agli effetti della seconda recessione sulle banche, la Vigilanza ha risposto con un’azione decisa e articolata. Il controllo sulla loro liquidità è stato fortemente intensificato già dal 2011; nelle fasi di maggiore tensione è stato condotto su base infragiornaliera. Grazie a una campagna di ispezioni mirate condotte nel 2012-13 e ad appositi incontri con i  vertici delle banche, non solo è stato ottenuto un chiaro miglioramento nella rilevazione dei crediti deteriorati, ma soprattutto ne sono stati innalzati i tassi di copertura. Quindi le conseguenze della doppia recessione sul sistema finanziario, sarebbero state ben peggiori senza la nostra attività di supervisione. Inoltre, quando abbiamo rilevato problemi sulle banche venete e toscane abbiamo utilizzato in modo pieno ed esteso gli strumenti d’intervento, in conformità con le disposizioni di legge: la convocazione degli organi di governo aziendale, con all’ordine del giorno l’assunzione di determinate decisioni; l’imposizione di requisiti di capitale più elevati di quelli minimi; l’adozione di misure volte al contenimento dei rischi, incluse le richieste di riduzione di specifiche  attività. Abbiamo anche esercitato il  potere di rimuovere gli esponenti aziendali al fine di garantire la sana e prudente e gestione, ma la Vigilanza non ha i poteri dell’autorità giudiziaria: se gli esponenti e gli organi interni di controllo delle banche non collaborano con essa, se non  rispondono alle sue richieste di intervento, se al fine di aggirare le regole pongono in essere  operazioni che possono compromettere in breve tempo la stabilità dell’intermediario, allora il compito della Vigilanza diviene più arduo. La Banca d’Italia segnala sempre tempestivamente ogni sospetto di reato all’autorità giudiziaria”.

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