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di MARCO MONGELLI – Con la Brexit “mancheranno 10-11 miliardi ogni anno al bilancio Ue perché, nonostante lo ‘sconto’, la Gran Bretagna era un contributore netto”. Lo ha affermato il commissario Ue al bilancio Guenther Oettinger nel presentare il paper di riflessione sulle finanze europee post 2020. “I tagli saranno necessari nei prossimi 10 anni” perché “non possiamo far finta che niente sia cambiato con la Brexit”, ha sottolineato il commissario.
Risparmi e razionalizzazioni colpiranno i fondi per la coesione che vanno alle regioni e a quelli per l’agricoltura. Revisione della spesa ancor più necessaria per finanziare le nuove priorità Ue: migranti, lotta al terrorismo e difesa comune. “Lo status quo non è un’opzione”, per questo “dovranno essere fatte scelte dure”.
Il vero nodo sono le risorse: “il gap nelle finanze Ue che nasce dall’uscita del Regno Unito e dai bisogni finanziari delle nuove priorità deve essere chiaramente riconosciuto”, si legge nel documento di Bruxelles.
Aumentare le risorse proprie, ad esempio incassando introiti da una ‘carbon tax’ (relativa al sistema Ets), dall’Etias (il sistema di visti Ue come l’Esta americano), o ancora dal signoraggio delle banconote emesse dalla Bce. Oppure ridurre e razionalizzare la spesa attuale in base a quale tipo di Ue si delineerà in futuro (se con meno compiti, uguale, a più velocità oppure ancora più integrata) secondo i cinque scenari identificati nel ‘White paper’ presentato a marzo.
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