Usa: approvata dalla Camera la ‘Kate’s Law’

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di BEATRICE GALLUZZO – Giovedì si è rivelata, dopotutto, una giornata proficua per il quaranticinquesimo presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump, che ha visto passare alla Camera due provvedimenti chiave della sua amministrazione, entrambi collocati nell’ambito della lotta all’immigrazione illegale: la cosiddetta Kate’s Law e il taglio ai finanziamenti per le cosiddette “città santuario”.

La prima delle leggi in questione prende il nome da Katherine Steinle, una donna che nel 2015, a San Francisco, fu uccisa a colpi di arma da fuoco da un immigrato irregolare, Francisco Lopez Sanchez. L’uomo era stato già espulso dal Paese più volte e altrettante era riuscito a farvi rientro, ovviamente in maniera illegale; proprio per questo, solo qualche mese prima del tragico accaduto, aveva scontato quattro anni di prigione. Con la “Kate’s Law” si vanno ad inasprire le pene per coloro i quali, cacciati dal Paese, vi fanno rientro senza documenti regolari. Per fare un esempio, un immigrato che attraversa illegalmente le frontiere americane, e ha già delle macchie sul proprio “criminal records”, ovvero la fedina penale, rischia dai 10 ai 25 anni di carcere. La legge era stata già proposta l’anno scorso, ma non era passata al Senato.

Da ciò passiamo al secondo punto riguardante le città santuario, di cui anche San Francisco, citata nel caso precedente, fa parte. Il nome non è una definizione giuridica in senso proprio, ma è un appellativo che investe quei comuni e quelle giurisdizioni, al momento circa 200, che sembrano mostrare un atteggiamento più flessibile nell’offrire riparo e protezione ai rifugiati negli USA, e che non impongono gli inasprimenti delle leggi federali nell’ambito dell’immigrazione; per esempio non sostenendo il sistema delle espulsioni dal Paese. La legge, denominata “No sanctuary for criminals act”, va a penalizzare fortemente questo tipo di condotte operate da alcune località statunitensi, spesso governate da figure politiche di orientamento democratico.

In sostanza il governo Trump ha minacciato tout court di tagliare migliaia di dollari di finanziamenti destinati a coloro che non rispettano le leggi federali. Tutto ciò, nonostante siano state effettivamente condotte ricerche estensive sul fatto che non si registri un aumento nel livello di criminalità delle “città santuario”; come per esempio dimostrato da alcuni accademici e studiosi di scienze politiche (Loren Collingwood, Benjamin Gonzalez-O’Brien and Stephen El-Khatib) già nell’ottobre dell’anno scorso sul prestigioso Washington Post.

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