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“Malattie che le persone della mia generazione ricordano la loro diffusione devastante pericolosità, quando colpivano amici e compagni di scuola. Non possiamo consentire che si scarica sugli altri, che si vaccinano, la sicurezza della salute nella società, mettendola comunque a rischio con la propria omissione. Nel campo della ricerca l’impegno pubblico è cresciuto ma va rafforzato, e mi auguro che questo obiettivo trovi la più ampia condivisione politica. Occorre fare in modo che le strategie pubbliche diventino volano anche di investimenti privati. È necessario creare sinergie sempre più efficaci tra il pubblico, il privato e le energie del Terzo settore e del no profit. Non deve mai venir meno l’impegno per sviluppare le cure palliative e per assistere la persona nei momenti più difficili. Quando non si può ragionevolmente prevedere la guarigione, si deve comunque curare. E quando la cura non è più efficace verso la malattia, c’è ancora spazio, uno spazio obbligatorio, per la cura della persona, e della sua dignità. Nessuno deve sentirsi abbandonato”.
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