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“A novembre 2017 registrato un calo dei consumi dello 0,1% rispetto ad ottobre e una diminuzione dello 0,2% su base annua. In termini di media mobile a tre mesi si conferma la tendenza al moderato rallentamento iniziata alla fine dell’estate” si legge in una nota della Confcommercio relativa all’indicatore dei consumi “Il permanere di una situazione di debolezza della domanda delle famiglie rappresenta un elemento di criticità circa la possibilità di un’accelerazione della ripresa, in un contesto in cui, peraltro, cominciano ad emergere segnali di un andamento meno brillante dell’economia. A conferma delle incertezze circa i comportamenti delle famiglie a novembre, dopo cinque mesi consecutivi di crescita la fiducia delle famiglie ha registrato una frenata. Anche sul versante delle imprese si è osservato un arretramento complessivo del sentiment, sintesi di giudizi differenziati per settore di attività. Se da una lato la fiducia degli imprenditori del manifatturiero è rimasta stabile, nel commercio al dettaglio è risalito il pessimismo e solo nelle costruzioni e nei servizi di mercato la fiducia ha registrato un miglioramento. L’atteggiamento prudente del manifatturiero è confermato da una dinamica della produzione industriale che, seppure in crescita, appare meno brillante rispetto a quanto registrato nel secondo e terzo trimestre. La tendenza ad un graduale recupero della produzione dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi, stando alle valutazioni di Confindustria a novembre si dovrebbe essere registrato un aumento dello 0,6%, in termini congiunturali, della produzione industriale e una crescita degli ordini dello 0,4%. Segnali meno favorevoli rispetto ai mesi precedenti sono emersi anche sul versante del mercato del lavoro. Ad ottobre, per il secondo mese consecutivo, il numero di persone occupate non ha mostrato variazioni di rilievo. Il confronto su base annua segnala, comunque, un andamento positivo con un incremento, rispetto allo stesso mese del 2016, di 246 mila unità. La tendenza alla stabilizzazione ha interessato anche le persone in cerca di occupazione, per le quali la riduzione su base annua è pari a 140 mila unità, il cui livello continua ad attestarsi su di un valore solo di poco inferiore ai 2,9 milioni. A completare il quadro del mercato del lavoro si segnala l’ulteriore riduzione su base annua delle ore di CIG autorizzate (-15,4%)”.
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