Ius soli, appello a Mattarella: non lasciateci soli

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ROMA – “Non lasciateci soli”: è quanto scrivono in una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella i ragazzi del movimento ‘Italiani senza cittadinanza’, che chiedono il rinvio dello scioglimento delle Camere in modo da poter approvare la legge sullo ius soli.

Nella lettera, datata 27 dicembre e pubblicata sulla pagina Facebook del movimento, le ragazze e i ragazzi nati in Italia o all’estero da genitori stranieri e cresciuti nel nostro Paese ricordano che proprio il 27 dicembre ricorrono i settant’anni della promulgazione della Costituzione italiana.

“In una giornata così bella e fondamentale per le nostre vite e per la nostra democrazia, è nostro dovere ricordarLe come molte e molti di noi abbiano imparato a conoscerla tra i banchi di scuola, imparandone i valori fondamentali di libertà, uguaglianza, pace, rispetto”.

“Tutti e tutte noi – prosegue la lettera – l’abbiamo letta, riletta e riscoperta in questo anno di mobilitazione a favore della riforma della cittadinanza, ci siamo riconosciuti profondamente nei suoi valori, e in particolare nell’articolo 3, il cui secondo, magnifico comma, concepito dal padre costituente Lelio Basso, che recitando ‘E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese’, prospetta un orizzonte di riduzione delle diversità e di accesso ai diritti fra le varie componenti della Nazione e di progressivo ampliamento dei diritti e della platea degli aventi diritto come inscritto nell’intelaiatura profonda della Repubblica”.

“Caro Presidente – si legge ancora nella lettera – concorderà con noi che il 23 dicembre la Repubblica ha fallito nella rimozione di questi ‘ostacoli’, mantenendo di fatto una distinzione netta tra cittadini e non, basata su una concezione prettamente elitaria ed economica della cittadinanza”.

“Non lasci che questa battaglia, iniziata con le prime mobilitazioni della Rete Nazionale Antirazzista nel 1997, quando molti e molte di noi non erano ancora nati, cada in un nulla di fatto” aggiungono.

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