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“Nella riunione di politica monetaria del 14 dicembre scorso, il Consiglio direttivo della Bce ha concluso che un ampio grado di accomodamento monetario è ancora necessario per assicurare un ritorno dell’inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2%. Le informazioni che si sono rese disponibili dopo la riunione di politica monetaria di fine ottobre, comprese le ultime proiezioni formulate dagli esperti dell’Eurosistema, indicano un ritmo sostenuto dell’espansione economica e un significativo miglioramento delle prospettive di crescita” si legge nel Bollettino economico della Bce “La valutazione economica del Consiglio direttivo, riflette un’espansione dell’attività nell’area dell’euro che continua a essere solida e generalizzata nei diversi paesi e settori. La crescita del Pil in termini reali è sostenuta dalla crescita dei consumi privati e degli investimenti, nonché dalle esportazioni, che beneficiano della ripresa generalizzata a livello mondiale. I risultati dell’ultima indagine e i dati più recenti confermano una robusta dinamica espansiva. In prospettiva, le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate in dicembre dagli esperti dell’Eurosistema prevedono una crescita annua del Pil in termini reali pari al 2,4% nel 2017, al 2,3% nel 2018, all’1,9% nel 2019 e all’1,7% nel 2020. Rispetto all’esercizio svolto dagli esperti della Bce lo scorso settembre, le prospettive di crescita del Pil sono state riviste al rialzo in misura considerevole. Ci si attende che l’espansione economica in atto nell’area dell’euro continui a essere sostenuta dalle misure di politica monetaria della Bce. Secondo la stima preliminare dell’Eurostat, in novembre l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC nell’area dell’euro si è collocata all’1,5%, in aumento rispetto all’1,4% di ottobre. Questa valutazione si riflette sostanzialmente anche nelle proiezioni macroeconomiche di dicembre formulate per l’area dell’euro dagli esperti dell’Eurosistema, che indicano un tasso annuo di inflazione misurato sullo IAPC dell’1,5% nel 2017, dell’1,4% nel 2018, dell’1,5% nel 2019 e dell’1,7% nel 2020. Secondo le ultime proiezioni degli esperti della Bce, il disavanzo di bilancio nell’area dell’euro dovrebbe ridursi ulteriormente nell’orizzonte temporale di proiezione, principalmente per effetto del miglioramento delle condizioni cicliche e della riduzione della spesa per interessi. A integrazione della valutazione economica, l’analisi monetaria ha evidenziato il perdurare della crescita vigorosa dell’aggregato monetario nel mese di ottobre e nel corso del terzo trimestre del 2017. Sulla base della consueta analisi economica e monetaria, il Consiglio direttivo ha confermato la necessità di un ampio grado di accomodamento monetario per assicurare un ritorno durevole dell’inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2%. Il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi d’interesse e continua ad attendersi che rimangano sui livelli attuali per un prolungato periodo di tempo, e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività, che proseguiranno a un ritmo mensile di 30 miliardi sino alla fine di settembre 2018 o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché il Consiglio non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi coerente con il proprio obiettivo di inflazione”.
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