4 maggio 1949: i miracolati di Superga

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di NICOLA ZUCCARO. Il 4 maggio 1949 alle ore 17.03, il Fiat G.212 della compagnia ALI, siglato I-ELCIE, con a bordo l’intera squadra del Grande Torino, si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga, ubicata sulle colline torinesi. Alle 31 vittime della compagine granata reduce da Lisbona, dove disputò un incontro amichevole con il Benfica, non si aggiunsero, perché impossibilitati all’ultim’ora, note personalità del calcio italiano dell’epoca. Non fecero parte della rosa torinista Sauro Tomà (recentemente scomparso) per un infortunio al menisco e il portiere di riserva Renato Gandolfi, perché scavalcato nella selezione da Dino Ballarin, fratello del terzino Aldo. Non parteciparono alla trasferta portoghese, anche Tommaso Maestrelli (che pur giocando nella Roma e invitato da Valentino Mazzola, fu impedito dal mancato rinnovo del passaporto), il radiocronista Nicolò Carosio (bloccato dalla cresima del figlio), l’ex Ct della Nazionale italiana di calcio e all’epoca giornalista (gli fu preferito Cavallero) ed il presidente del sodalizio granata, Ferruccio Novo, bloccato da un’influenza a Torino. Il consistente elenco dei “miracolati” di Superga, resta a 69 anni di distanza da quella tragedia che commosse l’Italia intera, l’aspetto poco approfondito, dalla letteratura prodotta su questo tragico avvenimento.   

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