[ad_1]
“Celebrare insieme la fine della guerra e onorare congiuntamente i caduti – tutti i caduti – significa ribadire con forza, tutti insieme, che alla strada della guerra si preferisce sviluppare amicizia e collaborazione. Che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nell’Unione europea” ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Trieste, in occasione del centenario della fine della Grande guerra e giorno dell’Unità nazionale e giornata delle Forze armate “La guerra, le guerre, sono sempre tragiche, anche se combattute – come fu per tanti italiani – con lo storico obiettivo di completare il percorso avviato durante il Risorgimento per l’Unità Nazionale. Lo scoppio della guerra nel 1914 sancì, in misura fallimentare, l’incapacità delle classi dirigenti europee dell’epoca di comporre le aspirazioni e gli interessi nazionali in modo pacifico e collaborativo, anziché cedere – come invece avvenne – alle lusinghe di un nazionalismo aggressivo che si traduceva nella volontà di potenza, nei cosiddetti sacri egoismi e nella retorica espansionistica. Gli errori, gravi ed evitabili, delle classi dirigenti del secondo decennio del Novecento, e una conduzione della guerra dura e spietata degli Alti comandi, non debbono e non possono mettere in ombra comportamenti eroici dei soldati e il loro sacrificio, compiuto in nome degli ideali di Patria. Un’esperienza di valore, di mobilitazione, di solidarietà, di adempimento del dovere. La Costituzione Italiana, nata dalla Resistenza, ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie, privilegia la pace, la collaborazione internazionale, il rispetto dei diritti umani e delle minoranze. Le nostre Forze armate sono parte fondamentale di questo disegno e sono impegnate per garantire la sicurezza e la pace in ambito internazionale, rafforzando il prestigio dell’Italia nel mondo. Mi rivolgo alle ragazze e ai ragazzi italiani per incoraggiarli a tenere viva la memoria dei caduti e delle sofferenze della popolazione civile di allora, come antidoto al rischio di nuove guerre. Quei momenti oscuri, il tempo e le sofferenze delle due guerre mondiali, a voi ragazzi – coetanei di tanti caduti di allora – sembrano molto lontani; remoti. Ma rammentate sempre che soltanto il vostro impegno per una memoria, attiva e vigile, del dolore e delle vittime di quei conflitti può consolidare e rendere sempre più irreversibili le scelte di pace, di libertà, di serena e rispettosa convivenza tra le persone e tra i popoli”.
[ad_2]
Source link
Leave a Reply