Impeachment: una nazione spaccata…

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di BENNY MANOCCHIA – L’idea espressa dai “padri della patria” era chiara: un impeachment per controllare il lavoro del presidente della nazione. Giusto. Impeachment: messa in stato di accusa e conseguente destituzione del presidente, se trovato colpevole. Ora, sin dall’inizio dell’America, ci sono sempre stati due partiti. La Camera prepara gli stati d’accusa, il Senato decide la colpevolezza o meno. Cosi’, se la Camera dice: il presidente e’ un  imboglione, allora via con la condanna per il tramite appunto dell’impeachment. Subito dopo il Senato, con la maggioranza del partito opposto, blocca tutto e il presidente torna a fare il proprio dovere.

I signori di Washington sanno tutto questo, ma lo fanno per ‘gioco’, perche’ cercano di fare capire agli elettori che “lavorano sodo”. Nel caso odierno,i democratici, rossi dalla rabbia per la sconfitta di Hillary Clinton, hanno dall’inizio (anzi i fatti hanno provato prima ancora che Trump vincesse le elezioni) parlato di impeachment. Prima “ha imbrogliato nelle elezioni”,poi con la Russiagate, poi con altre  scuse risultate ridicole; finalmente hanno deciso: abuso di potere e ostruzione del Congresso.

Inutile tornare ai dettagli delle due accuse. Basti dire che, nonostante i tentativi dei dem, nessuna prova ha confermato le accuse. La Camera ha il potere di presentare l’impeachment se ha la maggioranza. E lo ha fatto. Fra pochi giorni tocchera’ ai repubblicani, che hanno la maggioranza nel Senato.  E Trump  tornera’ a fare il proprio dovere. I si’ sono stati 230, i no 197; tra questi ultimi due democratici (Collin Petterson eJeff Van Drew), che hanno gia’ annunciato di cambiare casacca ed  andare con i repubblicani.

Ed ecco un Paese spaccato, che piu’ spaccato non potrebbe essere. Colpevole, da una parte, la caccia alle streghe, dall’altra un tentativo di colpo di Stato. Intanto milioni di americani ridono di questa pagliacciata, che e’ costata miliardi al governo. Al telefono il senatore conservatore della Georgia Saxby Chambliss: “E’ stato un suicidio politico per i democratici Che cosa hanno provato? Che Trump ha salvato l’economia statunitense. Che oggi l’America e’ ancora una volta rispettata nel mondo proprio perche’ il nostro presidente sta facendo un lavoro stupendo”.

Marco Rubio, senatore della Florida, ha dichiarato al nostro giornale:”I democratici non cambieranno mai. Se non vincono legalmente, allora ricorrono a trucchi e trucchetti che alla fine li porta nel baratro della più grossa sconfitta del loro partito. Sarebbe bastato presentare a una Corte federale le accuse contro Trump e risolvere tutto in poco tempo”. E pure questa passera’, con il voto del Senato. Una nazione spaccata, che forse si ricucira’. Ma non c’e’ da contarci.

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