(Covermedia) di BENNY MANOCCHIA – Clint Eastwood ha 90 anni. Non li dimostra. Si dice sempre cosi’… Forse se si radesse la folta barba scura. Novantanni sono tanti. Lo conobbi nel ’54 in Spagna, mentre girava una scena della triade sui dollari in pugno. Era stato scoperto da Leone che lo aveva visto nella serie tv Rahwhide. Era apparso subito simpatico, friendly e comincio’ subito a usare alcune parole in italiano.
Lo rividi a Milano e poi lui mi invito’ in California, vicino San Francisco. Niente Hollywood. Non riusci’ mai a sopportare la cosiddetta Mecca del cinema. In poco tempo la sua carriera prese il volo e Clinton comincio’ a dirigere film western. Piu’ tardi ancora affronto’ film di poliziotto, la “pistola che non sbaglia di Clint”. Quando veniva a New York si divertiva come un ragazzo alle prime armi in una metropoli piena di svago.
Una volta mi disse: “L”Italia e’ un paese affettuoso, per me e’ la mia seconda Patria!”. Lavorava continuamente, un film dietro l’altro. Quando raggiunse i 60 anni, gli chiesi se avesse intenzione di riposare e godersi i milioni che aveva guadagnato con i suoi film. “Ho paura di no”, mi disse, se smetto di lavorare moriro’. Vado avanti fino a che potro’.
E Infatti, 70, 80 e perfino 90. Clinton e’ piu’ popolare oggi di quando era govane. Una volta mi telefono’ per dirmi che Washington voleva presentarlo come candidato alla presidenza per il partito repubblicano. Scoppio’ a ridere. “Ti immagini me al potere: farei piazza pulita di tutti i magnacci di Washington… 90 anni spesi bene, questo Clint. E a sentire lui c’e’ ancora tanto da fare. Gli italiani ti salutano, e ti abbracciano.
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