ROMA – Il ministero della Salute Roberto Speranza ha accolto le raccomandazioni del comitato tecnico scientifico di somministrare il farmaco anti-Covid solo alle persone dai 60 anni in su. Secondo il commissario Figliuolo si tratta di oltre 7 milioni di cittadini. Ma in Italia arriveranno molte più dosi.
“In questo momento chi ha fatto la prima dose con un vaccino è bene che faccia la seconda dose con lo stesso vaccino. Ciò perchè le prove sperimentali che hanno portato all’approvazione di questi vaccini sono state fatte sulla somministrazione di due dosi per lo stesso vaccino e hanno dimostrato adeguate condizioni di sicurezza e di protezione”, ha ricordato ieri Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute. Sulla stessa linea anche il virologo Fabrizio Pregliasco e l’infettivologo Massimo Andreoni, secondo i quali gli eventi avversi rari si sono verificati essenzialmente dopo la prima dose ed il rischio è bassissimo.
Una conferma arriva dal quinto Rapporto Aifa di Farmacovigilanza sui Vaccini Covid: i casi di trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con AZ sono in linea con quanto osservato a livello europeo, ovvero 1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate e prevalentemente in persone con meno di 60 anni. Nessun caso è stato segnalato dopo la seconda dose.
Il possibile cambio di vaccino nella somministrazione della seconda dose, che a questo punto avverrà soltanto a scopo precauzionale (sempre che alla fine il ministero non cambi idea di nuovo: è già successo spesso durante la campagna di vaccinazione), interesserà un milione di persone.
Secondo Repubblica in Italia ci sono 2 milioni e 80 mila persone sotto i 60 anni che hanno avuto una dose del vaccino AstraZeneca. Di questi, 1 milione e 20 mila aspettano di fare il richiamo. Per loro andrebbero trovate dosi dell’altro vaccino, quello a Rna messaggero.
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