ROMA – Dopo l’avvio anticipato in Alto Adige, gran parte degli studenti italiani torna oggi trai banchi. Il ministro Bianchi da giorni insiste che per il nuovo anno scolastico le lezioni a distanza non ci saranno. In realtà, da Busto Arsizio a Ischia, molti istituti hanno indetto un giorno di dad a causa del poco spazio disponibile.
“Ci rendiamo pienamente conto che, dopo un anno e mezzo di lezioni funestate dal Covid e tanta didattica a distanza, stiamo creando un disagio agli alunni e alle famiglie, ma nello stesso tempo riteniamo necessario mandare un forte segnale a chi governa la scuola. Per questo, invitiamo il personale ad astenersi dal lavoro perché si è deciso di tornare nelle aule senza le condizioni di sicurezza”. Lo dichiara Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief.
“Il nuovo protocollo, che ci è stato proposto non l’abbiamo sottoscritto proprio per questo motivo – aggiunge – bisognava tornare distanziati, con massimo 15 alunni per classe, più aule, docenti, Ata, andando a ripristinare risorse umane e plessi cancellati con le manovre di spending review degli ultimi anni. Alle mancate azioni, si aggiunta nelle ultime settimane l’assurda decisione di imporre il Green Pass per accedere nei luoghi di formazione”.
“Per questo, Anief ha dato la possibilità di aderire al ricorso contro l’obbligo del Green Pass imposto al personale scolastico, prevedendo pure un nuovo ricorso rivolto solo al personale universitario – continua Pacifico – L’assurdità è che l’obbligo, con tanto di inaccettabili sanzioni per il personale che non si adegua, è stato esteso pure ai genitori degli alunni che potrebbero recarsi a scuola per meno dei 15 minuti indicati dai virologi come soglia temporale minima per la trasmissione del virus. La stessa possibilità di utilizzare i tamponi salivari, dopo le pressioni dell’Anief, porterà al massimo monitoraggi a campione. E che dire dei tamponi gratuiti solo ai lavoratori fragili? Infine, perché non si assumono i precari che hanno lavorato 24-36 mesi, come dice una risoluzione UE del 2018 e la sentenza della Corte di Giustizia europea che Anief ha ottenuto con un reclamo collettivo nel 2020, sull’abuso dei contratti a termine?”.
Studenti in mobilitazione: “Vogliamo futuro” – Primo giorno per le scuole superiori nella maggior parte delle Regioni d’Italia. Davanti al Ministero dell’Istruzione e a più di cinquanta scuole in tutto il Paese e nelle maggiori città, tra cui Roma, Palermo, Firenze, Genova, Bari, Padova e molte altre, gli studenti aderenti alla Rete degli studenti medi si mobiliteranno “per denunciare – spiegano – l’assenza di certezze sul rientro scolastico, il mancato coinvolgimento nelle decisioni prese e l’inesistenza di qualsiasi piano di investimento per il futuro delle nuove generazioni, a partire dal PNRR”.
Appuntamento al Ministero alle 10.00. Il rientro scolastico, per il secondo anno consecutivo, dicono gli studenti, “sembra essere un susseguirsi di slogan più che di misure ad hoc per garantire il diritto allo studio a tutti. Dopo due anni di assenza di scuola siamo felici che il Ministero si impegni per il ritorno in presenza, ma non basta dichiararlo. Troppo poco è stato fatto: sulle vaccinazioni non tutte le Regioni hanno attivato i canali preferenziali per i 12-18 anni, sugli spazi poco è cambiato e c’è troppa confusione sulle misure per la sicurezza dentro le classi. Allo stesso modo, manca qualsiasi ragionamento del governo sul futuro delle nuove generazioni: il PNRR è stato scritto senza ascoltare i giovani e abbiamo timore per le modalità con le quali questi soldi saranno utilizzati. Sulla crisi ambientale non ci sono risposte da parte del Governo, non c’è più tempo. Siamo una generazione messa all’angolo, una generazione che ha contato zero nell’ultimo anno e mezzo per volontà politiche. Vogliamo dire la nostra e vogliamo costruire delle scuole e una società a nostra misura. Vogliamo che ci siano zero compromessi sul futuro. E’ il momento di ripartire da zero”.
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