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Le cure approvate dall’Aifa contro la Covid-19

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LONDRA – Nel Regno Unito si registra il via libera alla pillola di Merck per chi risulta positivo e può sviluppare una forma grave della Covid-19. In Italia non è stata ancora autorizzata, ma sono previste molte altre terapie, in ospedale o a casa.

La Gran Bretagna è il primo paese al mondo ad approvare questo antivirale. Di fatto si tratta del primo vero e per ora unico farmaco a nostra disposizione contro il Covid-19, per meglio dire contro le forme gravi in certe condizioni specifiche, quelle delle persone con almeno un fattore di rischio.

La Mhra, cioè l’Agenzia del farmaco britannica, ha quindi autorizzato il farmaco che verrà messo in commercio con il nome di Lagevrio. Si tratta di un inibitore dell’Rna polimerasi virale che interferisce con la produzione del materiale genetico (Rna) dei virus: sabota, insomma, la sua replicazione genetica. 
Interferendo con la produzione dell’Rna del Sars-CoV-2 il molnupiravir impedisce – nella metà dei casi – la proliferazione del virus. Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Ema ha invece avviato la rolling review, cioè la revisione continua dell’antivirale appena pochi giorni fa, il 25 ottobre. Sarà necessario del tempo per poterlo utilizzare anche nei 27 paesi europei, tra cui l’Italia.

Anche l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha deciso di affrettare i tempi per rendere disponibile il trattamento nel nostro Paese acquisendo una quantità adeguata, ha annunciato il presidente del Comitato tecnico scientifico Cts Franco Locatelli. I tempi per l’ok di Ema al farmaco, infatti, “non sono prevedibili – aveva sottolineato nei giorni scorsi la stessa Agenzia – ma siamo pronti a dare assistenza agli Stati che vogliano dare il via libera all’uso di emergenza prima dell’autorizzazione Ue”. 

A fronte della disponibilità di Ema, ha spiegato Locatelli, “vi è tuttavia un ritardo in quella che sarà l’approvazione a livello centrale e l’Aifa ha già avviato un dialogo per avere dalla ditta produttrice tutto il dossier per consentire di ottenere quelle acquisizioni di dosi in maniera tale da rendere disponibile questo strumento terapeutico”.

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