(ph: Wphoto/Pixabay) Taiwan sta affrontando la peggiore ondata di coronavirus dall’inizio dell’emergenza. Il governo ha comunque deciso di non imporre rigide limitazioni e di puntare sula responsabilizzazione dei cittadini, promuovendo anche la campagna vaccinale. Una scelta in contrasto con quanto sta succedendo in Cina.
I casi nel paese sono ancora in aumento e gli esperti prevedono un picco tra tre settimane, con ben 3,5 milioni dei 24,5 milioni di persone che dovrebbero essere infettati alla fine e fino a 16.000 morti. Poiché i conteggi giornalieri hanno superato i 30.000 questa settimana, il CECC ha continuato ad allentare le restrizioni, eliminare i check-in obbligatori con codice QR e ridurre i tempi di quarantena ed ha esortato le persone a mantenere l’uso della mascherina, a lavorare da casa se possibile, a ridurre gli assembramenti, a vaccinarsi e a sottoporsi a un test rapido se avvertivano sintomi. Significa anche fidarsi delle persone che si auto-segnalano e si isolano o si mettono in quarantena a casa.
Dunque questo modello funziona? In molti casi, sì. Chen osserva che il tasso di mortalità dell’epidemia è ancora estremamente basso, inferiore allo 0,2%. Quest’anno 66 persone sono morte a causa del Covid-19, portando il totale di Taiwan a 919 su oltre 345.000 casi. Più del 99,75% dei casi di Omicron sono lievi o asintomatici e i residenti e le aziende continuano a vivere le loro giornate senza blocchi o panico. I gruppi di visitatori vengono gradualmente autorizzati a tornare.
Gli ospedali non sono al completo, grazie a Taiwan che ha posto fine preventivamente a una politica di ricovero obbligatorio per tutti i casi. La stessa politica a Hong Kong aveva riempito i suoi ospedali prima dell’inizio dell’ondata, ma a Taiwan solo il 44% dei letti in terapia intensiva ospedaliera (più del 62% a Taipei) era pieno fino a venerdì.
Il professor Yen Muh-yong, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Cheng Hsin, afferma che la deviazione dei casi dagli ospedali da parte di Taiwan ha avuto finora “molto successo nell’alleviare la pressione”. Ma teme che non sarà ancora sufficiente per questa ondata e sollecita una maggiore integrazione dei servizi locali e distrettuali, per creare un aumento della capacità della forza lavoro e ridurre l’affollamento degli ospedali.
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