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Tragedia in mare ad Amalfi, c’è l’ipotesi del pilota automatico

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AMALFI – Le indagini sulla morte della turista statunitense Adrienne Vaughan, avvenuta nello scontro in mare tra un veliero e un motoscafo, stanno procedendo mentre gli inquirenti cercano di fare luce sulle circostanze esatte dell’incidente che ha scosso il fiordo di Furore e il Capo di Conca.

La vittima è stata l’unica persona che ha perso la vita nell’incidente, mentre il marito, Mike White, rimane tuttora ricoverato in ospedale per le ferite riportate. I due figli, di 14 e 11 anni, che erano anch’essi a bordo, sono finiti in acqua ma sono stati tratti in salvo. Negli ultimi due giorni, sono stati affidati agli assistenti sociali e attualmente si trovano in compagnia del nonno paterno, giunto in Italia di recente.

Il procuratore di Salerno ha dichiarato che, sebbene la dinamica dell’incidente sembri chiara, le cause non sono ancora del tutto comprensibili. Le testimonianze di circa settanta persone, incluso il personale e i turisti presenti sul veliero, sono state raccolte per cercare di ottenere una panoramica completa dell’evento.

Le indagini ora si concentreranno sugli aspetti tecnici dell’incidente. Dai primi accertamenti sembra che il motoscafo viaggiasse a una velocità sostenuta di circa 20 nodi (circa 40 chilometri orari), mentre il veliero procedeva a 9 nodi. Una delle ipotesi è che il pilota automatico fosse attivo sul motoscafo, ma è necessario accertare che non ci siano stati malfunzionamenti. Si è anche ipotizzato che lo skipper dell’imbarcazione possa essersi distratto a causa dell’uso del cellulare, ma chi è alla guida di un’imbarcazione è tenuto a rispettare il codice di navigazione e a mantenere l’attenzione sul mare.

Ulteriori indagini includono l’analisi dei tabulati telefonici dello smartphone dello skipper e verifiche sul suo stato di alcol e cocaina. Il giovane è stato indagato per omicidio colposo e naufragio colposo, ma ulteriori test dovranno chiarire l’influenza delle sostanze stupefacenti sul suo comportamento.

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