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Ilaria Salis: appello della famiglia dopo incontro con ministri italiani

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Roberto Salis, il padre di Ilaria Salis, l’insegnante antifascista di Monza detenuta a Budapest da quasi un anno, ha espresso profonda preoccupazione riguardo al futuro della figlia, affermando che teme resterà a lungo in carcere e che la vedranno ancora in catene ai processi. Dopo gli incontri con i ministri degli Esteri e della Giustizia italiani, Antonio Tajani e Carlo Nordio, il padre ha dichiarato che la situazione è andata peggio di quanto avessero previsto, lamentando l’assenza di azioni concrete per alleviare la condizione di Ilaria. La richiesta di concessione dei domiciliari in Italia o in alternativa presso l’ambasciata in Ungheria è stata respinta.

Le parole della Commissione UE, esposte dalla commissaria per i Servizi finanziari, Mairead McGuinness, indicano che sono stati effettuati contatti bilaterali tra Italia e Ungheria per valutare la possibilità di una detenzione alternativa, inclusi i domiciliari. McGuinness ha sottolineato che tale misura sarebbe in linea con le conclusioni del Consiglio Ue sulle misure alternative alla detenzione e ha dichiarato che la Commissione è pronta ad aiutare a trovare una soluzione sostenibile.

Il dibattito sul caso è proseguito in Plenaria al Parlamento europeo, con McGuinness che ha richiamato l’attenzione sulla decisione quadro del 2009 riguardante l’ordine di vigilanza europeo, che consente al sospettato di essere sorvegliato nel proprio Paese d’origine nell’attesa del processo in uno Stato diverso. La commissaria ha evidenziato che assegnare i domiciliari a Ilaria Salis sarebbe in linea con le conclusioni del Consiglio Ue sulle misure alternative alla detenzione, sottolineando la necessità di evitare iniquità tra residenti e non residenti nelle fasi del processo. McGuinness ha anche ribadito che i problemi relativi alla detenzione sono principalmente di competenza degli Stati membri, ma devono rispettare gli standard del Consiglio d’Europa.

Il caso di Ilaria Salis continua a suscitare preoccupazioni e richiede una soluzione che concili la giustizia con il rispetto dei diritti fondamentali.

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