FRANCESCO GRECO – I Russi hanno finito i missili e combattono con le pale. Rubano i denti d’oro dalla bocca dei soldati ucraini morti. E, a corto di elettronica, i microchip delle lavatrici. Un contadino stava zappando l’orto alla periferia di Kiev, quando ha visto un caccia russo, ha imbracciato l’archibugio dei tempi di Napoleone (1812) e l’ha abbattuto. I Russi poi hanno bombardato la loro stessa centrale nucleare a Zaporizhzhia.
“La Russia andrà in default entro qualche giorno” (Letta Enrico, docente alla Science Po di Parigi, marzo 2022, approvando le sanzioni). “Avranno il massimo impatto in estate” (Draghi Mario, già Bce, Goldman Sachs e in stand bye per la presidenza della Commissione UE, maggio 2022). “Avranno effetti devastanti” (Gentiloni Paolo, commissario UE, giugno 2022). Statisti con la esse maiuscola.
Risultato: l’eurozona cresce dell0 0,7, la Russia del 2,6 e anche di più. L’Europa è una rsa di vecchi ansiosi di assistenza: prostate gocciolanti, pannoloni, dentiere, carrozzelle. Mentre si annuncia il 14mo “pacchetto” di sanzioni. Suicide. La classica zappa sui piedi. Truce analfabetismo. Anche sul Bignami c’è scritto che mai i popoli del passato hanno fermato le merci pur se in guerra.
Infatti non siamo più i primi esportatori di scarpe in Russia e i loro turisti evitano l’Italia (vanno in Turchia). La Russia ci dava il gas a prezzo amichevole. Oggi lo stesso, triangolato, ci costa più del doppio. Il 7 ottobre 2023, attacco di Hamas a Israele, i palazzi delle istituzioni hanno impresso la bandiera di Tel Aviv. Il 22 marzo 2024, massacro al Crocus City Mall, nessuno vede, sente, parla.
Ve ne siete accorti pure voi? La guerra in Ucraina è sparita, o quasi, dai tg italiani. Dopo quasi 800 giorni di favole, si dovrebbe cambiare narrazione. Ma chi se la sente? Ci vuole pathos, e Vespa e Mentana ne hanno? Ormai il giornalismo è defunto. Tutto è omologato. C’è un mainstream che passa le veline: ci si limita a fare i titoli. Se esci un attimino dal seminato ecco la lettera scarlatta sul petto: terrapiattista, untore, no-vax, putiniano.
E siccome tutti abbiamo famiglia, come diceva Flaiano, chi se la sente? Si attacca l’asino dove vuole il padrone del vapore. Così si continua a non dare voce agli ucraini stanchi che vogliono la pace, la maggioranza. Si fa la guerra dai salotti tv. Ai tg si stende il fondale sul terrazzino e ci si spaccia per inviati leggendo l’Ansa.
Si continua a vendere la storiella della difesa della democrazia quando si sa che Kiev ha dichiarato tutti i partiti fuorilegge e zittito radio, tv, giornali. Si mandano armi che finiscono al mercato nero ad arricchire gli oligarchi ucraini.
Si fanno sondaggi su tutto, ma si continua a ignorare che ciò avviene contro il sentiment degli italiani, contrari al 99%. E si finge di non sapere che dal 31 marzo il comico è delegittimato. Il 15 maggio sarà da considerarsi abusivo. Come dire: il sistema non rispetta le sue stesse regole.
Tutti sanno che se si arriva a novembre senza una tregua e magari la pace Biden dovrà andarsene a casa. E che il comico che chiede una trattativa senza la Russia (da solo davanti allo specchio?) non può fare la pace avendo fatto un decreto con cui si è legato le mani.
Che si fa? Una bella lacerazione al diritto e lo si conferma senza elezioni oppure, avendo comprato una villa, l’ennesima, a Londra (paga l’Europa), lo si scaccia e lo si rimanda al cabaret e suonare il pianoforte mezzo nudo?
Intanto il 9 maggio, ricorrenza in Russia della vittoria nella Grande Guerra Patriottica, Putin farà notare l’incongruenza, rivendicherà – come ha fatto il 17 marzo dopo il plebiscito – i diritti sulla Crimea e le regioni occidentali e il mondo avrà chiaro, ove ce ne fosse ancora bisogno, come stanno davvero le cose. Ma il mainstream tirerà di nuovo fuori le pale e i denti, ma soprattutto le lingue.
Leave a Reply