Un selfie assassino ha portato via una donna di 31 anni. Una morte accidentale, una terribile disgrazia, è quanto è emerso dalle indagini. Una donna cinese di 31 anni ha subito una tragica fine quando, nel tentativo di scattare foto all’alba, è caduta da un’altezza di 76 metri nel cratere di un vulcano attivo in Indonesia. L’incidente è avvenuto il 20 aprile nella zona di Banyuwangi, con la giovane donna e il marito che risalivano il pendio con una guida per osservare l’alba dal bordo del vulcano. Una volta in cima ha perso l’equilibrio cadendo sotto dopo un volo di 76 metri.
Nel dettaglio mentre la 31enne posava per le foto, a un certo punto la sua gonna si è impigliata, facendola cadere mentre il marito la osservata impotente mentre cadeva. Una foto pubblicata dopo la caduta mostra la donna in posa sul bordo del vulcano con una gamba sollevata e nuvole di vapore che si alzano dietro di lei. I soccorritori hanno impiegato più di due ore per recuperare il suo corpo. La sua salma verrà trasportata in aereo a Bali prima di essere trasportata in Cina. Il complesso vulcanico Ijen dove è accaduta la disgrazia, si trova nella provincia indonesiana di Giava Timor. Il complesso è noto per il suo fuoco blu, creato dall’anidride solforosa che fuoriesce dal cratere.
La vicenda qui raccontata sembra incredibile, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Nel senso che mai e poi mai vorremmo credere che qualcuno sia morto per scattarsi il selfie “perfetto” sul bordo di un cratere di un vulcano attivo. Eppure è accaduto. Perché se in fondo può essere una bella sensazione guardare il proprio selfie e accorgersi di aver dato vita a un’opera fantastica, può essere altrettanto sciocco perdere la vita per scattare un selfie che non vedremo mai. Un selfie non dovrebbe mai costare la vita a nessuno.
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