Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato, durante un incontro con l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Mar-a-Lago, che Israele invierà una squadra negoziale ai colloqui per il cessate il fuoco a Roma “probabilmente all’inizio della settimana”. La notizia è stata riportata da vari media internazionali, tra cui il Guardian.
In precedenza, il reporter Barak Ravid aveva riferito sul portale Walla, citando fonti israeliane e statunitensi, che il capo del Mossad David Barnea incontrerà domenica a Roma il direttore della CIA William Burns, il premier del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani e il capo dell’intelligence egiziana Abbas Kamal. L’incontro avrà lo scopo di discutere di un possibile accordo sugli ostaggi.
Preoccupazioni internazionali e reazioni
La vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha espresso “seria preoccupazione” per le sofferenze nella Striscia di Gaza. Tuttavia, le sue parole hanno suscitato una reazione critica da parte di Israele, che ha affermato che tali dichiarazioni potrebbero mettere a rischio gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco.
Situazione sul campo
Nel frattempo, l’esercito israeliano ha chiesto ai residenti delle zone sud di Khan Yunis di evacuare “temporaneamente” verso la zona umanitaria di Mawasi sulla costa. Il portavoce militare israeliano ha motivato la richiesta citando “la significativa attività terroristica” nell’area e “il lancio di razzi verso Israele dalla zona sud di Khan Yunis”.
Contesto e prospettive
I colloqui a Roma rappresentano un passo importante verso una possibile de-escalation del conflitto in corso. La presenza di figure chiave come il direttore della CIA e i capi dell’intelligence del Qatar e dell’Egitto indica la serietà e l’urgenza della situazione. Tuttavia, la complessità delle dinamiche in gioco e le recenti dichiarazioni di preoccupazione internazionale suggeriscono che il percorso verso un cessate il fuoco duraturo sarà tutt’altro che semplice.
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