TEL AVIV – Oggi il conflitto tra Israele e Libano ha subito un’escalation drammatica con un bilancio di oltre 20 morti causati dagli attacchi israeliani sul territorio libanese. In risposta, Hezbollah ha lanciato un missile balistico mirato al quartier generale del Mossad, l’agenzia di intelligence israeliana. Le sirene di allarme sono risuonate stamattina a Tel Aviv a causa di un missile terra-terra proveniente dal Libano, che è stato intercettato dalle difese israeliane.
La tensione ha costretto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a posticipare la sua partenza per gli Stati Uniti, dove avrebbe dovuto partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. La sua partenza è stata rinviata a domani, mentre si attende una reazione ufficiale da parte del governo israeliano alle continue provocazioni da Hezbollah.
Appello del Papa e la posizione internazionale
Papa Francesco ha espresso il suo profondo dolore per le vittime delle bombe, dichiarandosi vicino al popolo libanese e chiedendo un immediato cessate il fuoco per evitare un’ulteriore escalation del conflitto. “No all’escalation, sì alla pace,” ha detto il Papa, facendo eco ai numerosi appelli internazionali per una de-escalation.
La comunità internazionale sta reagendo rapidamente. Oggi si terrà una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per discutere la situazione in Medio Oriente, in un tentativo di mediazione per fermare il conflitto. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dichiarato che ci sono ancora margini di dialogo per evitare un’escalation irreversibile, ma la situazione rimane critica.
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