SEUL – Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol affronta uno dei momenti più difficili del suo mandato mentre il Parlamento si prepara a votare la mozione per il suo impeachment. Al centro della crisi politica c’è la controversa dichiarazione di legge marziale fatta nella notte tra martedì e mercoledì, ritirata poche ore dopo per l’opposizione parlamentare.
Le scuse alla nazione
In un discorso televisivo trasmesso questa mattina, Yoon ha espresso “sincere scuse” alla popolazione, ammettendo la gravità del suo errore e assicurando che non ci saranno altre dichiarazioni di legge marziale. “Sono sinceramente dispiaciuto e mi scuso con il popolo che deve essere rimasto sorpreso,” ha dichiarato il presidente. Ha inoltre affermato di assumersi “la piena responsabilità politica e legale” per quanto accaduto, rimettendosi al suo partito per decidere sul suo mandato e sulla stabilità del Paese.
“Chino il capo e mi scuso ancora una volta per le preoccupazioni che posso aver causato alla popolazione,” ha concluso Yoon, nel tentativo di calmare le crescenti tensioni.
Il voto parlamentare e la posizione del partito di governo
Secondo quanto riferito dall’agenzia Yonhap, i deputati del partito di governo, il People Power Party (PPP), hanno deciso di non sostenere la mozione di impeachment. Per la sua approvazione, le opposizioni, che dispongono di 192 voti, dovranno ottenere almeno 8 voti dissidenti dai parlamentari del PPP per raggiungere il quorum di 200.
La stessa posizione di contrarietà del PPP è stata espressa per un disegno di legge di indagine speciale sulla first lady, altro tema caldo della politica sudcoreana.
Proteste di massa a Seul
Intanto, le strade di Seul sono teatro di manifestazioni imponenti contro Yoon. Migliaia di persone si sono radunate nel parco Yeouido per chiedere le dimissioni del presidente. I sit-in organizzati da gruppi civici e sindacati hanno assunto un tono di festa, con rock band che si alternano sul palco suonando canzoni di protesta e l’inno nazionale.
La Confederazione Coreana dei Sindacati (KCTU), tra le più grandi organizzazioni di lavoratori del Paese, ha promesso di continuare le proteste a oltranza fino a quando Yoon non lascerà la presidenza.
Un mandato segnato dalle crisi
Yoon, entrato in carica nel 2022, ha affrontato numerose difficoltà politiche e personali, ma il tentativo di introdurre la legge marziale per rispondere a presunte “minacce delle forze comuniste” ha aggravato la sua posizione. La mossa è stata definita un “grave pericolo” per la democrazia anche da alcuni membri del suo stesso partito.
Il voto parlamentare sarà cruciale per il futuro politico di Yoon Suk-yeol, ma le sue scuse e la crisi di fiducia generata potrebbero segnare la fine della sua presidenza.
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