(Shutterstock) Colpo di scena nella crisi in Medio Oriente: il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’intenzione di acquistare e controllare la Striscia di Gaza, con l’obiettivo di ricostruire l’area e impedire che Hamas ne riprenda il controllo. Trump ha dichiarato che, pur prevedendo di cedere alcune sezioni di Gaza ad altri Stati del Medio Oriente per contribuire agli sforzi di ricostruzione, gli Stati Uniti manterranno la proprietà complessiva della regione.
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha elogiato il piano del presidente americano, definendolo “rivoluzionario” e affermando che Trump è “determinato” a realizzarlo. Netanyahu ha sottolineato che, durante la sua recente visita a Washington e nei colloqui avuti con Trump, sono stati ottenuti “risultati straordinari che possono garantire la sicurezza di Israele per generazioni”.
Parallelamente, l’esercito israeliano (IDF) ha completato il ritiro dal corridoio di Netzarim, una zona strategica che divideva la Striscia di Gaza in due, consentendo il libero movimento tra il nord e il sud della regione. Questo ritiro fa parte di un accordo di cessate il fuoco con Hamas, volto a facilitare il ritorno dei palestinesi sfollati nelle loro case nel nord di Gaza.
Le dichiarazioni di Trump hanno suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale. Ezzat El Rashq, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha condannato fermamente l’idea, affermando che Gaza non è in vendita e rimane parte integrante della Palestina. Anche diversi leader mondiali hanno criticato la proposta, con l’Arabia Saudita che l’ha respinta categoricamente. Il re Abdullah di Giordania ha espresso preoccupazione, avvertendo che il piano potrebbe aumentare il radicalismo e minacciare la pace nella regione.
Nonostante le critiche, Trump ha ribadito la sua determinazione, affermando che gli Stati Uniti trasformeranno Gaza in una “Riviera del Medio Oriente” e che potrebbero accogliere alcuni rifugiati palestinesi. Ha inoltre annunciato che altri Stati del Medio Oriente potrebbero partecipare agli sforzi di ricostruzione.
Nel frattempo, una delegazione israeliana è giunta in Qatar per colloqui di cessate il fuoco con Hamas, segnando l’inizio di una nuova fase di negoziati indiretti per estendere la fragile tregua e discutere le modalità di amministrazione di Gaza nel periodo post-bellico.
La situazione rimane fluida, con sviluppi che potrebbero avere implicazioni significative per la sicurezza e la stabilità della regione.
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