USA: Trump approva le nuove sanzioni contro la Russia proposte dal Congresso

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A cura di BEATRICE GALLUZZO. Mercoledì mattina Donald J.Trump ha approvato, non senza remore, un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia- in primis- ma in cui sono comprese anche l’Iran e quella Corea del Nord che spesso si diletta a sfidare il colosso a stelle e strisce. Queste misure sono frutto di un accordo bipartisan tra il Senato e la House of Representatives, e tra l’altro vanno a conferire potere di veto al Congresso nel caso in cui l’autorità presidenziale decida di rimuovere le sanzioni a Mosca. Insomma, l’inquilino numero 1 della White House ha dovuto mandare giù un boccone amaro per, come ha dichiarato, uno scopo più grande, ovvero garantire “l’unità del Paese”.
Ma comunque, lo ha dichiarato apertamente che questa legge non lo aggrada. Subito dopo la firma avvenuta alle 11 della mattinata di ieri, presumibilmente ancora con la penna in mano, si è affrettato ad affermare che questa normativa “imperfetta”(…) “contiene una serie di clausole chiaramente incostituzionali” le quali “pretendono di rimpiazzare l’esclusiva autorità costituzionale del Presidente di riconoscere governi stranieri”. Ha poi concluso il suo statement ricordando come sia stato capace di creare un’azienda con un fatturato da molteplici zeri e quindi “come presidente, posso fare affari di gran lunga migliori con le nazioni straniere, rispetto al Congresso”.
In sostanza, il suddetto pacchetto di sanzioni è stato adottato per redarguire il Cremlino circa le interferenze operate durante le elezioni presidenziali, e si compone di una serie di misure che vanno a colpire enti o persone che, per esempio, minino la sicurezza informatica statunitense per conto del Governo di Mosca; o che conducano transazioni significative con le agenzie di difesa o di sicurezza del Paese; che si macchino di importanti violazioni dei diritti umani o di corruzione o, ancora, che aiutino la Siria a procurarsi armi. Se uno-o più- di questi casi si verificano, il Presidente degli USA potrebbe e dovrebbe reagire attraverso, tra le altre cose, il congelamento delle esportazioni verso i soggetti sanzionati o attraverso la revoca del visto per entrare nel Paese. 
In ogni caso, ancor prima che sulla legge venisse apposta la firma presidenziale, Mosca aveva già preso le sue (contro)misure. Venerdì il Ministro degli esteri russo, infatti, ha ordinato di tagliare di 755 unità il personale diplomatico statunitense nel Paese e, in aggiunta, ha dichiarato che si sarebbe operato il sequestro di due proprietà appartenenti all’ambasciata americana. Dopo la mattinata di ieri, Sergei Lavrov,ha definito le sanzioni “poco lungimiranti”, “deplorevoli” e “pericolose”.

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