di BENNY MANOCCHIA – “Questo e’ l’inizio della fine per Donald Trump”, ha urlato George Sanders, dopo l’annuncio che aveva vinto le primarie nel New Hampshire. Lo stesso hanno detto Buttigieg e Klochard, secondo e terzo: distruggeremo Trump, hanno ripetuto. In realta’ Sanders avrebbe dovuto dire: questa e’ la fine per Biden, che ha lasciato il New Hampshire nel mezzo delle votazioni per andare nella Carolina del Sud, sede delle prossime primarie. Biden e’ giunto quinto nel New Hampsire. Momento duro per l’ex vicepresidente; tuttavia si e’alla seconda tappa di un giro lungo e difficilissimo.
Si riprendera’? Intanto, come successe quando lottava con Hillary Clinton nella precedente elezione presidenziale, Sanders deve stare attento che non gli capiti lo stesso “incidente di percorso”, allorche’ il partito democratico fece tutto il possibile (ed altro) per toglierlo di mezzo. Certo, i giovani sono per lui, maschi e femmine, ma il blocco statunitense, quelli che mettono la mano sul cuore quando ascoltano l’inno nazionale, non permettera’ mai che vinca un dichiarato socialista, molto vicino al comunismo.
Chi segue i movimenti, gli spostamenti che hanno luogo nel sancta sancorum dei democratici statunitensi, ha capito che, alla fine, allorche’i delegati decideranno il candidato da opporre a Trump, la scelta cadra’ su Mike Bloomberg. Di sinistra, dichiara “little mIke” (come lo chiama Trump) ma con la conoscenza chiara che gli americani amano la via di centro, niente comunismo, niente fascismo. Tutto inutile, allora, per le primarie?
Miliardi e miliardi di dollari che entrano nelle casse dei giornali e tv per l’incredibile assillante pubblicita’ dei candidati, ma anche per le compagnie che gestiscono aerei privati usati dai candidati, per hotels e motels, e per i cosiddetti “volontari” che ricevono anche mille dollari al giorno per bussare le porte dei probabili elettori. Ma e’ sempre stato cosi’, per chi ricorda, nel mondo politico delle elezioni di questa nazione. 50,20,10 candidati per fare contenti i gusti degli statunitensi; poi si giunge al terzetto finale dal quale non sempre esce il nuovo presidente. Quest’anno piu’ che mai. Come vedremo.
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