(ph: evan_huang/Shutterstock) KIEV – Il viceministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko, accusa Kiev di aver interrotto le trattative di pace, ma afferma che il Cremlino è pronto a tornate al tavolo negoziale.
E un consigliere del presidente Zelensky puntualizza: “Non offriteci un cessate il fuoco, questo è impossibile senza il ritiro totale delle truppe russe”. Secondo Mosca sono 1.730 i soldati ucraini che si sono arresi da lunedì nell’acciaieria Azovstal di Mariupol. Fra di loro potrebbe esserci anche il vice comandante e portavoce del Reggimento Azov, Svjatoslav Palamar (Kalina). Il premier britannico Boris Johnson: ‘Mosca rispetti i prigionieri di Mariupol’.
“Le misure per evacuare i soldati ucraini da Mariupol continuano”. Lo ha detto il brigadiere generale Oleksii Gromov, capo del dipartimento operativo dello Stato maggiore di Kiev, senza dare indicazioni sui numeri dei militari usciti da Azovstal.
“Sappiamo che il nostro nemico è insidioso, ma crediamo che la parola data verrà mantenuta”, ha affermato in un briefing a Kiev, citato dalla Cnn, a proposito della sicurezza delle truppe uscite dall’acciaieria e trasportate nei territori sotto controllo russo.
Il ministero della Difesa russo sostiene che il capo di Stato maggiore delle forze armate russe, Valery Gerasimov, e il capo dello Stato maggiore congiunto Usa, Mark Milley, hanno discusso oggi in una conversazione telefonica “su iniziativa della parte americana” di “questioni di reciproco interesse, compresa la situazione in Ucraina”. A riportarlo l’agenzia di stampa statale russa Tass.
Intanto l’Onu lancia un nuovo appello sui rischi di una crisi alimentare globale dovuta alla chiusura dei porti ucraini.
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