via Antonio Decaro fb |
BARI – Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha pubblicato uno sfogo sui social media dichiarando che “oggi è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari”. Questo dopo aver ricevuto una chiamata dal ministro Matteo Piantedosi riguardo alla nomina di una commissione di accesso finalizzata a verificare presunte infiltrazioni mafiose nel consiglio comunale di Bari e in altre aziende municipalizzate.
La decisione della nomina della commissione è arrivata in seguito all’arresto di 130 persone nell’ambito di un’inchiesta dell’Antimafia barese su un presunto intreccio mafia-politica, con ipotesi di voto di scambio, alle elezioni comunali del 2019.
Decaro, nel suo sfogo, ha espresso indignazione per questa decisione, descrivendola come “un atto gravissimo che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città di Bari, proprio alla vigilia delle elezioni”. Ha anche affermato che la nomina è avvenuta senza considerare il dossier consegnato dal comune, composto da 23 fascicoli e migliaia di pagine, che documentava le attività svolte contro la criminalità organizzata.
Il sindaco ha promesso di opporsi strenuamente a questa mossa, affermando: “A questa aggressione io mi opporrò con tutto me stesso, come mi sono opposto ai mafiosi di questa città. Fosse l’ultimo atto della mia esperienza politica. Non starò zitto”.
Anche i parlamentari pugliesi del Partito Democratico, Marco Lacarra, Ubaldo Pagano e Claudio Stefanazzi, hanno criticato aspramente la decisione del ministro, definendola un “atto di una violenza e di una gravità inaudita” e sottolineando che non esistono presupposti per verificare l’ipotesi di scioglimento del comune.
Inoltre, hanno sollecitato l’intervento diretto del Presidente della Repubblica di fronte a ciò che considerano una negazione della democrazia. La tempistica dell’azione, a pochi mesi dalle elezioni in cui il centrodestra avrebbe subito una sconfitta, è stata indicata come ulteriore prova della malafede dietro questa decisione.
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