Durante un incontro con i rappresentanti delle famiglie degli ostaggi, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha espresso fermezza riguardo alla situazione bellica in corso, dichiarando che “l’idea di porre fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi è inaccettabile”. Ha inoltre aggiunto che Israele entrerà a Rafah e annienterà tutti i battaglioni di Hamas presenti lì, con o senza un accordo, al fine di ottenere la vittoria totale.
Nel frattempo, funzionari di Hamas hanno lasciato il Cairo dopo i colloqui con funzionari egiziani su una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza. Secondo il canale satellitare egiziano Al-Qahera News, una delegazione di Hamas tornerà al Cairo con una risposta scritta alla proposta di cessate il fuoco. Israele ha ribadito che, una volta ricevuta la risposta, si recherà eventualmente a Il Cairo per trattare.
Fonti diplomatiche francesi hanno segnalato una convergenza sul numero di ostaggi rilasciati in cambio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, ma persistono ostacoli sulla natura a lungo termine della tregua. Tuttavia, è stata offerta a Hamas una proposta definita “straordinariamente generosa”, con l’invito a prendere una decisione rapida e corretta.
L’Occidente, guidato dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, insieme a diversi Stati arabi, esercita pressione sulla fazione islamica affinché accetti le richieste di Israele per l’accordo. Queste richieste includono 40 giorni di tregua, il rilascio di “potenzialmente migliaia” di detenuti palestinesi dalle carceri israeliane e il ritorno degli sfollati al nord di Gaza, in cambio della liberazione di almeno 33 ostaggi israeliani, comprese le donne, i feriti e gli anziani ancora nelle mani di Hamas.
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