Le incursioni aeree israeliane nella Striscia di Gaza hanno causato decine di vittime civili, tra cui un giornalista insieme alla moglie e al figlio, mentre altri sono rimasti feriti. Questo tragico bilancio è stato riportato dall’agenzia di stampa palestinese Wafa, evidenziando il costo umano devastante degli attacchi.
Critiche e reazioni internazionali non sono mancate. Gli Stati Uniti hanno criticato Tel Aviv per l’uso delle armi americane a Gaza, ma non hanno sospeso l’invio di tali armamenti. Nel frattempo, il ministero degli Esteri francese ha espresso preoccupazione e ha invitato Israele a porre fine “senza indugio” all’operazione militare a Rafah, evidenziando il rischio di una “situazione catastrofica” per la popolazione della Striscia di Gaza.
La situazione si inserisce in un contesto internazionale teso, con l’Assemblea delle Nazioni Unite che ha approvato una risoluzione riconoscendo la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo dell’ONU. Tuttavia, il ministro degli Esteri israeliano Katz ha respinto questa decisione, considerandola un “premio ai terroristi di Hamas”.
L’escalation di violenza nella regione ha suscitato preoccupazione a livello globale, con molte nazioni che chiedono un cessate il fuoco immediato e il ritorno al dialogo per risolvere le tensioni in modo pacifico. Tuttavia, mentre la comunità internazionale si impegna per una soluzione diplomatica, sul campo si registra un crescente numero di vittime innocenti, segno della drammaticità della situazione e della necessità urgente di trovare una risoluzione al conflitto.
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