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Conflitto in Ucraina: morti soldati nordcoreani, attacchi di droni e tensioni internazionali

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(Shutterstock) Nel conflitto in Ucraina, a oltre due anni dall’inizio dell’invasione russa, emergono nuove dinamiche e sviluppi preoccupanti. Tra questi, il bilancio delle perdite dei soldati nordcoreani schierati al fianco delle forze russe: più di mille tra morti e feriti nei combattimenti contro l’esercito ucraino.

Nordcoreani in prima linea

I militari nordcoreani, inviati per sostenere Mosca, hanno subito gravi perdite, a testimonianza della violenza dei combattimenti. Questo coinvolgimento diretto sottolinea l’internazionalizzazione crescente del conflitto, che vede sempre più Paesi intervenire in modi diversi a sostegno delle due fazioni.

Attacchi ucraini e rappresaglie russe

Intanto, l’Ucraina continua a colpire obiettivi strategici in territorio russo. Nelle ultime ore, droni ucraini hanno bombardato un deposito di petrolio alla periferia di Oryol, capitale regionale russa. L’attacco ha causato un incendio di vaste proporzioni e diverse esplosioni sono state segnalate in città. Mosca, attraverso il presidente Vladimir Putin, ha promesso vendetta, lasciando presagire nuove escalation.

Preoccupazioni energetiche e diplomatiche

Sul fronte energetico, la Slovacchia manifesta apprensione dopo l’annuncio di Kiev di interrompere il transito del gas russo sul proprio territorio a partire dal primo gennaio. Il premier slovacco Robert Fico ha dichiarato che il presidente russo Vladimir Putin gli ha garantito la disponibilità della Russia a continuare a fornire gas all’Occidente, ma Bratislava sta già valutando alternative per evitare una crisi energetica.

Reazioni internazionali

La premier italiana Giorgia Meloni ha ribadito che Mosca rappresenta una minaccia “diretta” e ha sottolineato l’urgenza di trovare soluzioni sostenibili per aumentare le spese della difesa in Europa. Nel frattempo, l’ex presidente americano Donald Trump ha dichiarato di voler incontrare Putin “al più presto” per mettere rapidamente fine alla guerra in Ucraina, affermando di avere il consenso del leader russo per avviare un dialogo diretto.

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