Il bilancio delle vittime degli attacchi aerei statunitensi contro le postazioni dei ribelli Houthi nello Yemen è salito ad almeno 31 morti e 101 feriti. A riferirlo è stato il ministero della Salute degli Houthi, che ha denunciato pesanti bombardamenti sulla capitale Sanaa, nei governatorati di Saada e Al-Bayda, e nella città di Radaa.
Gli attacchi arrivano dopo l’annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che poco prima delle operazioni aveva dichiarato su Truth Social di aver ordinato al Pentagono “un’azione militare decisa e potente contro gli Houthi, responsabili di una campagna di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri Paesi”. Secondo fonti del New York Times, l’offensiva potrebbe protrarsi per giorni, con un’escalation legata alla risposta dei ribelli.
In una foto diffusa successivamente, Trump è stato immortalato mentre seguiva lo svolgimento degli attacchi. Il presidente USA ha inoltre lanciato un avvertimento diretto all’Iran, chiedendo di cessare immediatamente il sostegno agli Houthi: “Se non lo farete – ha scritto – l’inferno si abbatterà su di voi come non avete mai visto prima”.
Parallelamente, il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha ammonito la Russia, avvertendo l’omologo russo Sergei Lavrov che “gli attacchi degli Houthi contro navi militari e commerciali nel Mar Rosso non saranno tollerati”.
La replica dell’Iran non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, in un messaggio pubblicato su X, ha respinto l’intimazione americana, affermando che “gli Stati Uniti non hanno alcun diritto di dettare la politica estera dell’Iran” e ha invitato Washington a “fermare le uccisioni del popolo yemenita”.
La tensione nel Mar Rosso e nello Yemen si conferma dunque altissima, con il rischio concreto di un allargamento del conflitto regionaIl bilancio delle vittime degli attacchi aerei statunitensi contro le postazioni dei ribelli Houthi nello Yemen è salito ad almeno 31 morti e 101 feriti. A riferirlo è stato il ministero della Salute degli Houthi, che ha denunciato pesanti bombardamenti sulla capitale Sanaa, nei governatorati di Saada e Al-Bayda, e nella città di Radaa.
Gli attacchi arrivano dopo l’annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che poco prima delle operazioni aveva dichiarato su Truth Social di aver ordinato al Pentagono “un’azione militare decisa e potente contro gli Houthi, responsabili di una campagna di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri Paesi”. Secondo fonti del New York Times, l’offensiva potrebbe protrarsi per giorni, con un’escalation legata alla risposta dei ribelli.
In una foto diffusa successivamente, Trump è stato immortalato mentre seguiva lo svolgimento degli attacchi. Il presidente USA ha inoltre lanciato un avvertimento diretto all’Iran, chiedendo di cessare immediatamente il sostegno agli Houthi: “Se non lo farete – ha scritto – l’inferno si abbatterà su di voi come non avete mai visto prima”.
Parallelamente, il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha ammonito la Russia, avvertendo l’omologo russo Sergei Lavrov che “gli attacchi degli Houthi contro navi militari e commerciali nel Mar Rosso non saranno tollerati”.
La replica dell’Iran non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi, in un messaggio pubblicato su X, ha respinto l’intimazione americana, affermando che “gli Stati Uniti non hanno alcun diritto di dettare la politica estera dell’Iran” e ha invitato Washington a “fermare le uccisioni del popolo yemenita”.
La tensione nel Mar Rosso e nello Yemen si conferma dunque altissima, con il rischio concreto di un allargamento del conflitto regionale.
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