,

USA, la Corte Suprema blocca l’espulsione dei presunti membri di gang venezuelane: stop all’uso della legge del 1798 voluta da Trump

Gdp Avatar

WASHINGTON D.C. – La Corte Suprema degli Stati Uniti ha emesso nelle prime ore di oggi un’ordinanza che sospende l’espulsione di un gruppo di migranti venezuelani, accusati di appartenere alla gang “Tren de Aragua”. La decisione blocca temporaneamente il controverso provvedimento dell’amministrazione Trump, che aveva invocato l’Alien Enemies Act del 1798, una norma risalente al XVIII secolo, per procedere con l’espulsione forzata dei detenuti verso un carcere di massima sicurezza in El Salvador.

“Il governo ha l’ordine di non espellere alcun membro della presunta classe di detenuti dagli Stati Uniti fino a nuovo ordine di questa Corte”, si legge nel documento ufficiale firmato dai giudici supremi.

Una norma storica riesumata

Il mese scorso, l’ex presidente Donald Trump, tornato in corsa per la Casa Bianca, aveva deciso di attivare l’Alien Enemies Act (AEA), una legge usata soltanto in momenti estremi della storia americana – come la guerra del 1812, la Prima e la Seconda guerra mondiale – per giustificare deportazioni di massa. In questo caso, l’obiettivo dichiarato era colpire presunti membri del Tren de Aragua, una gang criminale originaria del Venezuela, accusata di traffico di droga, tratta di esseri umani e violenza armata.

Trump aveva definito l’ondata migratoria dal Venezuela come “un’invasione orchestrata dallo Stato venezuelano attraverso cellule criminali”, promettendo una linea durissima contro i migranti “clandestini e pericolosi”.

Il ricorso dell’ACLU e le accuse di discriminazione

A sollevare il caso davanti alla Corte è stato un ricorso d’urgenza dell’American Civil Liberties Union (ACLU), i cui avvocati hanno denunciato violazioni dei diritti fondamentali dei detenuti venezuelani.

Secondo l’ACLU, molti dei migranti già espulsi non avevano alcun legame con gang criminali, non erano pregiudicati e sarebbero stati selezionati in base a criteri arbitrari, come la presenza di tatuaggi ritenuti sospetti. Alcuni, secondo le testimonianze raccolte, non conoscevano neppure il nome della gang a cui sono stati attribuiti.

“Si tratta di un’operazione massiva che criminalizza persone innocenti, spesso profughi che fuggono da regimi autoritari e povertà estrema”, ha dichiarato uno degli avvocati dell’ACLU.

Implicazioni politiche e internazionali

La sospensione da parte della Corte Suprema rappresenta un duro colpo per la linea ultra-repressiva dell’ex presidente Trump, che ha fatto della lotta all’immigrazione uno dei pilastri della sua campagna elettorale per il 2024. La decisione rischia di aprire una nuova frattura istituzionale tra la Casa Bianca e l’Alta Corte, alimentando ulteriori tensioni sul tema dell’immigrazione e della sicurezza nazionale.

Nel frattempo, il governo di El Salvador, dove erano stati predisposti i trasferimenti, non ha ancora commentato ufficialmente, ma fonti diplomatiche parlano di un irrigidimento dei rapporti tra i due Paesi, preoccupati per la tenuta delle relazioni internazionali in materia di detenzione e diritti umani.

L’attesa ora è per i prossimi passaggi giudiziari. La Corte dovrà decidere se rendere permanente il blocco o consentire una ripresa dell’operazione. Nel frattempo, decine di migranti restano in una condizione sospesa, in centri di detenzione sul territorio americano, in attesa di conoscere il proprio destino.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *