Banca Etruria: indagato il padre della Boschi, bufera sul procuratore di Arezzo

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AREZZO  – Il padre della sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena sarebbe indagato nel caso di Banca Etruria. E monta la polemica sul procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, che ascoltato nei giorni scorsi in commissione parlamentare d’inchiesta sui crac bancari, non ha informato la commissione del nuovo fascicolo aperto dalla procura. Il caso potrebbe ora finire sul tavolo del Csm.

Rossi, con una secca dichiarazione, interviene così sulla vicenda: “Tutto quello che avevo da dire l’ho detto in commissione giovedì scorso”.

Prende la palla al balzo M5S, che va all’attacco del Pd. ‘Ce le ricordiamo benissimo le esternazioni dei renziani nei giorni scorsi, dopo l’audizione in commissione Banche del procuratore di Arezzo che sembravano scagionare papà Boschi da ogni ulteriore coinvolgimento nella vicenda Banca Etruria. Vogliamo ascoltare cosa hanno da dire oggi gli stessi soloni che ieri esultavano’, dice il deputato del 5Stelle in commissione Finanze Alessio Villarosa.

BOSCHI AL CONTRATTACCO – “Chi ha sbagliato ad Arezzo ha pagato e pagherà – scrive su Facebook -. Spero che accada anche altrove. Ma se vogliamo difendere i cittadini che hanno perso i risparmi da Ferrara a Vicenza, nelle Marche come in Toscana, dobbiamo verificare le vere responsabilità. Noi siamo interessati agli atti, non alle strumentalizzazioni. Qualcuno usa questa vicenda da due anni per attaccare me e il PD. Io penso che sarebbe più giusto fare chiarezza sugli errori fatti da tanti per non sbagliare più”. E la sottosegretaria annuncia: “Ho firmato oggi il mandato per l’azione civile di risarcimento danni nei confronti del dottor Ferruccio de Bortoli. A breve procederò anche nei confronti di altri giornalisti”. “Mi spiace – aggiune – dover adire le vie legali contro alcuni giornalisti, non lo avevo mai fatto prima. Nemmeno in presenza di affermazioni evidentemente diffamatorie. Ma credo che sia ormai necessario farlo perché sulla verità dei fatti si pronunci un tribunale in nome della legge. Perché la legge è uguale per tutti, davvero”.

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