Di Maio, Giuseppe Conte è nome premier

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ROMA – Il docente di diritto privato Giuseppe Conte è il nome indicato come premier durante le consultazioni tra M5s-Lega e il Capo dello Stato Sergio Mattarella al Quirinale. Conte è originario di Volturara Appula, in provincia di Foggia. Il nome di Conte era trapelato negli ambienti romani già da alcune ore ed era stato anticipato da Giornale di Puglia.

“Abbiamo indicato al presidente della Repubblica il nome che secondo noi può portare avanti il contratto di governo. È un momento storico. Ovviamente il nostro obiettivo era ed è migliorare la qualità della vita degli italiani e in questi 80 giorni abbiamo imposto un metodo: prima si discuteva di temi e poi di nomi”, ha detto Di Maio subito dopo l’incontro, insistendo sul fatto che “le questioni degli italiani vengono prima di ogni cosa. Sono orgoglioso di aver portato al governo il nostro programma elettorale, ci sono i 5 stelle, ci sono i nostri 20 punti”.

Gli esponenti del M5S da Mattarella
Qualora il presidente “dovesse valutare il nome come giusto, il nostro sarà un governo politico, che metterà al centro le questioni politiche”, ha chiarito il leader del Movimento. “Sarà un governo magari inaspettato, ma votato – ha aggiunto il leader M5s -. È una grande occasione per l’Italia. Speriamo si possa iniziare questo nuovo percorso per la Repubblica Italiana, adesso nasce la Terza Repubblica”. E ha concluso: “All’estero dico: fateci partire, poi criticateci”.

Quindi è arrivato il turno del leader del Carroccio Matteo Salvini, in anticipo rispetto alla convocazione delle 18. Ad accompagnare i due leader le delegazioni di partito, composte per i cinquestelle dai capigruppo di Senato e Camera Danilo Toninelli e Giulia Grillo, mentre per la Lega ci sono Gian Marco Centinaio e Giancarlo Giorgetti. Poco prima di vedere il capo dello Stato, c’è stato, però, un nuovo incontro alla Camera tra i due.


L’ALLARME DI FITCH: “ACCORDO M5S-LEGA ACCRESCE RISCHIO PAESE” – “L’accordo politico di coalizione tra i due partiti italiani più populisti ed euroscettici aumenta i rischi per il profilo di credito del Paese, in particolare attraverso un allentamento della disciplina fiscale e un potenziale danno alla fiducia”. A lanciare l’allarme un report sull’Italia pubblicato dall’agenzia Fitch secondo la quale “quanto questi rischi si tradurranno in una valutazione di credito più debole è incerto e dipenderà dalla capacità del governo di realizzare il suo programma e da come si risolverà lo scambio tra i diversi elementi”.

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