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Ucraina, Mosca: stop a crisi alimentare se revocate sanzioni

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(ph: Asatur Yesayants/Shutterstock) KIEV – Mentre l’esercito russo avanza nell’area di Lugansk e continua a bombardare Kharkiy, da Mosca arriva la promessa di contribuire a risolvere la crisi alimentare provocata dal blocco dei porti ucraini se l’Occidente rimuoverà le sanzioni. Draghi pessimista sulla pace dopo la telefonata con Putin.

Nel corso di una telefonata, il leader del Cremlino ha reso noto al premier italiano che Mosca onorerà i contratti. Tra i temi della telefonata anche le possibili soluzioni alla crisi alimentare globale: “Ho cercato il presidente Putin: lo scopo era chiedere se si potesse far qualcosa per sbloccare il grano che oggi è nei depositi in Ucraina perché la crisi alimentare che si sta avvicinando e in alcuni paesi africani è già presente avrà proporzioni gigantesche e conseguenze umanitarie terribili”. Così il premier Mario Draghi in conferenza stampa.

“Una prima iniziativa che si potrebbe esplorare è se si possa costruire possibile una cooperazione sullo sblocco dei porti sul mar Nero. Putin ha detto che non è sufficiente a risolvere la crisi alimentare mondiale. Gli ho replicato: “sblocchiamoli altrimenti c’è il rischio che vadano a male”. Putin ha poi detto che il problema è che i porti sono minati”, ha aggiunto Draghi. Putin ha sottolineato che la Russia è pronta ad aiutare a superare la crisi alimentare in cambio della revoca delle sanzioni.

Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha bocciato il piano di pace dell’Italia. “I politici seri che vogliono ottenere risultati e non sono impegnati nell’autopromozione di fronte al loro elettorato, non possono proporre questo genere di cose”, ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov commentando in un’intervista a Russia Today in arabo le proposte di pace italiane per l’Ucraina. L’emittente ha postato sul suo sito una trascrizione in russo. Lavrov ha ribadito che l’Italia non ha inviato il piano a Mosca, ma “quanto appare sui media – ha aggiunto, riferendosi in particolare alle ipotesi di Donbass e Crimea sotto sovranità ucraina con uno status autonomo – provoca un sentimento di rammarico”.

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