Mosca riprende il controllo di Severodonetsk

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(ph: Vladymyr Vorobiov/Shutterstock) ROMA – Lo Stato Maggiore generale delle forze armate ucraine annuncia: “I russi hanno preso d’assalto Severodonetsk e hanno spinto le nostre unità fuori dal centro della città”. Intanto sono ripresi i bombardamenti anche su Kharkiy, che si trova in Ucraina orientale, ma al di fuori della contesa area del Donbass.

Intanto Amnesty International accusa la Russia di crimini di guerra in Ucraina, affermando che centinaia di civili sono morti a Kharkiv in attacchi effettuati con bombe a grappolo.

L’Ong per i diritti umani afferma di aver trovato prove che dimostrano che in almeno sette attacchi ai quartieri della seconda città più grande dell’Ucraina nordorientale le forze russe hanno utilizzato bombe di tipo 9N210 e 9N235 e mine a frammentazione, due categorie di armi vietate dai trattati internazionali.

In un ultimo rapporto intitolato ‘Chiunque può morire in qualsiasi momento’, Amnesty spiega come le forze russe abbiano ucciso e causato immensi danni bombardando incessantemente le aree residenziali di Kharkiv dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina il 24 febbraio.

“Le persone sono state uccise nelle loro case e nelle strade, nei campi da gioco e nei cimiteri, mentre aspettavano in fila per gli aiuti umanitari o facevano la spesa per cibo e medicine”, afferma Donatella Rovera, ricercatrice su crisi e conflitti presso Amnesty. “L’uso ripetuto di munizioni a grappolo ampiamente vietate è scioccante e dimostra un completo disprezzo per le vite dei civili”, aggiunge.

Sebbene la Russia non sia firmataria né della Convenzione sulle munizioni a grappolo né di quella sulle mine antiuomo, il diritto umanitario internazionale – sottolinea Amnesty – vieta gli attacchi e l’uso di armi che per loro natura colpiscono indiscriminatamente e costituiscono un crimine di guerra.

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