Gli errori di Trump e la speranza dei suoi nemici

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di BENNY MANOCCHIA – Vale la pena ricordare quanto ho gia’ detto altre volte: il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e’ odiato dai democratici americani, e quindi dall’intera stampa rossa di questa nazione. Quando e’ apparso il problema del virus cinese sono stati in tanti a dire: questa disgrazia lo distruggera’ e Trump perdera’ le elezioni presidenziali del 3 novembre. Poi lo hanno attaccato allorche’ il presidente ha detto abbstanza chiaramente che e’ ora di “riaprire”la nazione.

“Trump ignora i consigli degli esperti” hanno scritto. Vero a meta’; ascolta i consigli e i suggerimenti, poi qualche volta preferisce seguire il proprio intuito.”Trump si preoccupa soltanto dell’economia”. Si’, ma non e’ detto che se ne freghi dei malati. Lo provano gli aiuti economici del governo, l’acquisto di milioni di mascherine, ventilatori, letti ecc. “Trump afferma che il virus cinese e’ come l’influenza e gli incidenti di auto”.

In effetti entrambi creano mortalita’. Ma e’ una affermazione che Trump avrebbe dovuto evitare. Da’ fastidio soprattutto alle famiglie colpite dal virus, cosi’ come a quelle che hanno vissuto tragedie con l’influenza  e con incidenti d’auto.”Trump crede di potere controllare l’economia on-and-off”. Pero’ per tre anni ha provato che in economia sa i fatti suoi. “Trump ha affermato che una recessione sarebbe piu’ letale del virus”. Lo ha detto,ma non ha le prove per formare un paragone.

Trump ha anche detto: “Non possiamo permettere che le cure siano peggiori del problema stesso”. Una  dichiarazione che avrebbe bisogno di spiegazione. Le famiglie  coinvolte nella tragedia del virus dira’ che il presidente sbaglia. Trump e’ un presidente impaziente, che ha perduto la pazienza con il covid-19. E preso dal timore che l’economia che ha costruito in tre soli anni alla Casa Bianca svanisca in poco tempo, si getta anima e corpo nella tempesta  eco-finanziaria statunitense.

E chiede che per Pasqua l’America sia”riaperta” al mercato. Quanto basta per incendiare le colonne dei giornali rossi, con la speranza che Donald non si presentera’ alle elezioni del 3 novembre. La speranza e’ l’ultima a morire.

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