L’Ucraina respinge l’ultimatum russo su Mariupol

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KIEV – Il termine imposto da Mosca per la resa della città assediata è scaduto. “La resa non è un’opzione”, ha dichiarato la vicepremier Iryna Vereshchuk aggiungendo che l’Ucraina “chiede che le forze russe consentano immediatamente un passaggio sicuro” per l’evacuazione dei civili. In una lettera, il ministero della Difesa russo sosteneva però che avrebbe stabilito un corridoio umanitario solo se Mariupol si fosse arresa.

Nella notte ancora bombe su Kiev, dove sono stati colpiti edifici residenziali e un centro commerciale, causando almeno 6 morti.

Nella regione di Sumy, bersagliata da caccia russi diretti verso il centro dell’Ucraina, c’è stata una perdita di ammoniaca da un impianto chimico: le autorità hanno lanciato l’allarme per due villaggi entro i 2,5 chilometri dal sito, raccomandando agli abitanti di prendere precauzioni. 

E mentre per oggi è attesa la ripresa dei colloqui tra Kiev e Mosca in formato online, continua a muoversi la diplomazia internazionale. La Svizzera si candida per i colloqui di pace.

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