Quando un presidente USA diventa padrone di Hollywood

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di BENNY MANOCCHIA – Gli afroamericani in USA sono 42 milioni, secondo l’ufficio censimenti. Un vasto gruppo che ha seguito con trepidazione e orgoglio gli otto anni alla Casa Bianca di Barack Obama. Era la riscossa dei neri in questa nazione, dopo duecento anni di schiavitu’. Obama disse spesso ai suoi “brothers”, tutti piu’ o meno democratici, che era giunto il momento di prendere in mano la situazione e dimostrare la bravura in ogni campo dei black americani. Pero’ non fece molto per  loro. La disoccupazione sempre in prima fila, scuole povere per gli studenti di colore, paghe basse (“vedrete che migliorera’”, ripeteva Obama). 

La famiglia del presidente era un esempio per tutti: Michelle coltivava verdura in un angolo del prato a est della Casa Bianca, le due figlie a scuola insieme con le altre ragazze che vivono in case vecchie, povere e fredde. Un  presidente con i fiocchi, dicevano con orgoglio i suoi “fratelli” afroamericani. Passavano gli anni e i neri cominciarono a vedere che poco o niente cambiava, mentre il presidente ricordava agli americani che il partito democratico e’ per i lavoratori, e che la ricchezza non e’ tutto nella vita.  

Al termine degli otto anni, gli Obama lasciarono la Casa Bianca con pochi dollari in tasca. Michelle disse: con i piccoli risparmi che abbiamo fatto in questi otto anni torniamo a casa con meno di un milione di dollari in banca. Nessuno dubito’ della dichiarazione. Pero’ Barack, amante dei film e della tv, aveva messo gli occhi verso quel mondo. Tutti i presidenti, al termine  del loro mandato, hanno  messo a buon uso le amicizie fatte durante il periodo della presidenza. Barack punto’ gli occhi su Hollywood. Lui aveva in mente un flm-documentario da sviluppare, ne parlo’ con i tycoon del mondo cinematografico. E’ stato  realizzato in tempi rapidi.

Intanto Michelle aveva scritto un  libro sulla sua vita. Le vendite, da record, portarono alcuni milioni di dollari alla ex first lady. Nel frattempo, la famiglia Obama poteva contare sui 200 mila e piu’ dollari all’anno, pensione dei presidenti. E Hollywood? Laggiu’ capirono subito che gli afroamericani erano interessati al lavoro del loro presidente, ora a riposo. Ecco la Netflix, che gli offre una poltrona al centro della grossa organizzazione. Barack regista, produttore, scrittore con le mani nei miliardi per mandare avanti il gioiello hollywoodiano. Poco dopo, l’acconto in banca degli Obama era salito a 240 milioni. Ma e’ soltanto l’inizio.

Per il 2030 gli Obama avranno in banca una decina di miliardi, prevedono i maghi di Wall Street. Ora i 40 milioni di afroamericani, che avevano creduto che la “ricchezza non e’ tutto nella vita”, si accorgono di essere stati presi in giro. Nella nazione bolle una sorta di ribellione viscerale. Non tutti i presidenti dicono la verita’. Infatti, in qualche modo, tutti ricorrono alle bugie. Poco ma sicuro.

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