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San Valentino: giornata triste o dell’amore?

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di BENNY MANOCCHIA – Quella di San Valentino dovrebbe essere una triste giornata, non una giornata dell’amore. Una affermazione che non fa piacere fare, ma che tuttavia sembra essere il risultato degli studi compiuti in merito a questa ricorrenza.

La storia piu’ coerente spiega: nel terzo secolo il re romano Claudio blocco’ i matrimoni perche’ non creavano ottimi soldati. Gli scapoli erano piu’ bravi sul campo di battaglia… Un prete di Terni, appunto Valentino, comincio’ a pronunciare nozze in gran segreto. Al re non piacque la disobbedienza  del prete e ordino’ la sua esecuzione per il 14 febbraio. La Chiesa, in seguito, proclamo’ Valentino santo. Come si e’ detto, sembrerebbe piu’ un giorno triste che un giorno dell’amore, che pure e’ parte della storia.

Negli anni, l’America degli affari, che vede in ogni occasione la possibilita’ di vendere e fare dollari, apri’ la ricorrenza di san Valentino al commercio: cartoline illustrate, profumate, cioccolatini, fiori, catenine d’oro, tutto quanto coinvolge Valentino e la sua storia. Gli americani credono in tutto questo, accettano a occhi chiusi il lieto fine e ogni anno fanno felici i cosiddetti “commercianti dell’amore”. Quest’anno 190 miliardi di dollari, per la felicita’ di milioni di ragazze, ma anche di mamme e di nonne. Con l’Europa a ruota…

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